LA FEBBRE DEL GIOCO

Migliaia di trentini cercano fortuna nei casinò

L'anno scorso in 7000 a Venezia. Frequentatissimi anche Innsbruck e Seefeld


Daniele Loss


TRENTO. È gioco d’azzardo-mania anche in Trentino, nonostante nella nostra provincia non esista nemmeno un casinò. Sono, infatti, quasi 7.000 i trentini che lo scorso anno si sono recati al Casinò di Venezia secondo i dati in possesso della casa da gioco lagunare e - anche se mancano le cifre ufficiali - anche ai tavoli verdi di Innsbruck e Seefeld si sente sempre più parlare trentino. Una passione costosa, alla quale sembrano essere in tanti a non poter rinunciare.

Per l’esattezza sono stati 6.602 i trentini che nel 200 hanno frequentato il Casinò di Venezia e 2.826 quelli che hanno giocato nella città lagunare nei primi mesi del 2007. Il 67,4% di questi sono uomini, la maggior parte di essi (46%) d’età compresa tra i 30 e i 49 anni.

La pattuglia trentina occupa il 21esimo posto nella classifica dei soldi giocati, davanti ai bergamaschi, udinesi e torinesi, ma alle spalle di milanesi, baresi, bolognesi e romani, rappresentando lo 0,8% delle entrate totali della casa da gioco. Il semplice ingresso costa 5 euro.

I trentini, dunque, sono frequentatori abbastanza assidui delle due sedi del Casinò di Venezia (Cà Vendramin sul Canal Grande e Cà Noghera e Mestre), ma non disdegnano assolutamente qualche gita oltre confine. A poco più di due ore di macchina da Trento, infatti, si trovano i casinò di Innsbuck (175 chilometri, facile da raggiungere anche in treno visto che si trova proprio di fronte alla stazione) e Seefeld (194). L’ingresso è libero (le due case da gioco fanno parte dello stesso circuito), ma all’entrata ogni visitatore riceve un bonus ticket da 21 euro, con il quale può ritirare 25 euro di fiches.

Nei casinò si gioca alle slot-machine, le terribili macchinette mangiasoldi che premiano pochi giocatori e ingurgitano i gettoni della maggior parte, a black-jack (tutti contro il banco), a poker (adesso sta prendendo piede la versione americana del Texas Holden, il poker con sette carte) e, ovviamente, alla roulette, i cui tavoli sono quelli che attraggono la maggior parte dei clienti. A Merano, infine, giovedì sera il consiglio comunale ha votato in maniera contraria alla riapertura di un casinò dopo anni di discussioni. Si parlava di un giro d’affare di 30 milioni d’euro l’anno, ma la classe politica meranese ha detto no per motivi etici e morali.













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