Merckx sempre Cannibale «Vincere è un’altra cosa» 

Il ciclista più vincente. Il belga si racconta, dalle prime vittorie nel 1964 alle tre doppiette Giro-Tour: «Oggi c’è troppa specializzazione, noi correvamo da febbraio ad ottobre, sempre»


Paolo Trentini


Trento. Un’ora in compagnia del “Cannibale” e di Vittorio Adorni, condita di qualche siparietto divertente e iniziata con un momento di silenzio in ricordo di Felice Gimondi. L’incontro al Teatro sociale con Eddy Merckx è iniziato proprio con il ricordo del campione bergamasco scomparso recentemente, quindi un volo sui suoi momenti salienti della vita ciclistica dalle prime vittorie fino allo sguardo al futuro tra aneddoti gustosi e qualche chicca come il suo primo successo alla Milano - Sanremo nel 1966.

Le prime vittorie di Eddy

Merckx si era fatto notare con il successo nel campionato del mondo dilettanti nel 1964, ma è alla classica di primavera che si è fatto largo tra i professionisti: «Ho vinto davanti a Durante – ha spiegato – che mi aveva sconfitto alla Parigi – Nizza. Lui era più veloce di me e poi io non avevo una grandissima preparazione: allora in inverno non c’erano tutte le gare che ci sono oggi. C’era il Giro di Sardegna e qualche corsa in Costa Azzurra, oltre alla pista. Probabilmente in una gara diversa mi avrebbe battuto, ma alla Sanremo dopo 300 chilometri può succedere di tutto».

Merckx poi ne vincerà altre sei, ma l’anno seguente si presentò al via del Giro d’Italia, dove vinse una tappa e pose le basi per il successo nel 1968, l’anno della consacrazione. Il tutto grazie ai consigli di Vittorio Adorni, suo compagno di squadra, che ha saputo smussare il suo carattere troppo garibaldino e insegnargli ad attendere il momento giusto: «Ricordo la tappa che arrivava alle Tre Cime di Lavaredo – ha spiegato Adorni – quando ho dovuto convincere il direttore sportivo a fermarlo mentre era in fuga. Rientrato in gruppo ho visto il suo sguardo di “odio” nei miei confronti ma poi sull’ultima salita, quando era il momento è partito, ha ripreso tutti i fuggitivi e al traguardo ha indossato la maglia rosa che non ha più lasciato».

Le doppiette Giro-Tour

Da quel momento Merckx avrebbe vinto tutto il possibile, guadagnandosi il soprannome di “Cannibale” e riuscendo nell’impresa di conquistare l’accoppiata Giro-Tour nello stesso anno per tre volte (’70, ’72 e ’74), una cosa riuscita a pochi. L’ultimo è stato Marco Pantani e non si intravede il prossimo: «Penso sia molto difficile che un corridore possa riuscire ancora a vincere Giro e Tour nello stesso anno, anche se non è impossibile, con una buona preparazione. Il ciclismo è cambiato molto: ai miei anni si cominciava a gareggiare a febbraio e si smetteva a ottobre. Si facevano i grandi giri per il prestigio e poi si dovevano fare le gare singole e i circuiti per guadagnare. Oggi, invece, c’è molta più specializzazione e ci si allena molto più di quanto si corre. C’è chi si concentra sulle classiche del Nord, chi sui grandi giri e chi sul resto. Poi magari c’è un Valverde che fa bene un po’ tutto, ma vincere è un’altra cosa».

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