«Mercatone Uno, la Provincia pronta ad intervenire»
Trento. Al momento gli ex dipendenti di Mercatone Uno si trovano in un limbo. Non hanno un referente col quale rapportarsi, non sono stati licenziati, ma nelle attuali condizioni non potrebbero...
Trento. Al momento gli ex dipendenti di Mercatone Uno si trovano in un limbo. Non hanno un referente col quale rapportarsi, non sono stati licenziati, ma nelle attuali condizioni non potrebbero nemmeno farlo. Non hanno diritto alla cassa integrazione ne hanno alcuna possibilità di recuperare gli arretrati. Stanno pagando sulla loro pelle l’essere dipendenti di quello che è in primo caso in Italia di un’ azienda che dall’amministrazione controllata, venga venduta ad una nuova proprietà che fallisce in meno di un anno.
Ieri mattina l’assessore Spinelli ha incontrato una delegazione dei lavoratori accompagnata dai sindacalisti Caramelle e Stella della Filcams che ha ricevuto ampia disponibilità per una collaborazione che si potrà concretizzare dopo che il Tribunale di Bologna si sia pronunciato sul rinnovo dell’amministrazione straordinaria e la conseguente nomina dei nuovi commissari. Ma da parte di quelli che erano stati gli amministratori straordinari non è ancora stata presentata nessuna istanza alTtribunale di Bologna per tornare a gestire la complessa situazione. In questo contesto l’assessore Spinelli si è dichiarato disponibile a verificare l’eventuale possibilità di un sostegno al reddito e di attivare al più presto i corsi di formazione e riqualificazione del personale tramite l’Agenzia del Lavoro.
Per quanto riguarda le ipotesi di subentro alla Shernon Holding, i sindacati hanno chiesto alla Provincia che deve muoversi insieme ai rappresentanti di tutte le altre d’Italia dove erano presenti punti vendita di Mercatone Uno, di spingere per l’ipotesi della vendita dei singoli negozi e non in blocco. Questo permetterebbe allo stesso assessore Spinelli di mediare con le realtà economiche locali forte del fatto che il punto vendita di San Michele, era uno dei più performanti d’Italia. A livello locale i sindacati respingono l’ipotesi emersa dal summit al Ministero dello Sviluppo di giovedì che i fornitori si possano costituire in cooperativa e quindi subentrare nella proprietà: “ Ci sembra una soluzione finalizzata unicamente a rientrare in possesso della merce non pagata – ha detto Caramelle – senza nessuna garanzia per il futuro”.
In più c’è anche la partita dei clienti. A San Michele come nel resto d’Italia, è bloccata merce già pagata che dovrebbe solo essere consegnata. Fermi anche gli acconti versati dai clienti in quanto pur con una sentenza di fallimento già presa, a parte la mancata comunicazione ai dipendenti, nessuno ha fermato le vendite da mercoledì a venerdì 31 maggio. E questa è un’altra anomalia di tutta questa vicenda. A livello locale, la chiusura è un colpo molto pesante per la Piana Rotaliana. Infatti tutti i dipendenti erano residenti in zona e molti rappresentavano anche l’unico reddito famigliare. D.P.