Mercatone Uno, chiusura sempre più vicina
Assemblea dei dipendenti ieri a San Michele. L’azienda ha comunicato di non aver ricevuto alcuna offerta di acquisto. E i dipendenti scioperano
TRENTO. Duro botta e risposta tra sindacato ed il Gruppo Mercatone Uno con le segreterie nazionali di Filcams CGIl, Fisascat CISL e UILtucs che hanno proclamato una giornata di sciopero per il primo aprile. L'obiettivo è quello di “protestare contro un colpevole disimpegno da parte della proprietà e contro un management che in questi ultimi anni ha portato al collasso la società”. Inoltre si vuole protestare contro la decisione presa di chiudere 34 punti vendita con in modo unilaterale, avviando contemporaneamente una vendita promozionale giudicata come un “vendo tutto e me ne vado”. La protesta si svolgerà davanti al Ministero dello Sviluppo Economico e quindi non potranno partecipare che delle delegazioni dei singoli punti vendita: da San Michele saranno cinque i lavoratori che partiranno alla volta di Roma.
Nel primo pomeriggio di ieri, presso il negozio di San Michele, si è svolta un'assemblea sindacale che il rappresentante della Filcams Cgil Stella ha definito molto delicata: “Inutile dire che i lavoratori temono per il loro posto di lavoro, pur in un contesto nel quale il punto vendita rotaliano, rappresenta un'eccellenza e quindi potrebbe avere un destino diverso nell'ambito di una possibile cessione”. Ma proprio la cessione è uno dei punti centrali: al momento non ci sono state offerte ufficiali da parte di alcuna delle possibili nuove proprietà. Sembra che anche a San Michele nei prossimi giorni, possa arrivare l'amministratore delegato Bernasconi con i rappresentanti di un gruppo inglese che avrebbero già visitato altri punti vendita. Come si parla anche di un possibile interesse di Conforama, mentre la voce dell'Ikea era girata sin dai primi giorni della crisi. A preoccupare è anche una svendita autorizzata dai giudici del tribunale di Bologna per dare liquidità all'azienda e che interessa i 34 punti vendita, che andranno chiusi. In questo contesto quale è la situazione di San Michele? “Non farà parte di quei punti vendita, ma procederà con la regolare attività quotidiana. Certo il futuro dei 69 dipendenti e dei 20 dell'indotto, non è per nulla tranquilla e quindi ci si muove con la massima attenzione. Per questo la prossima settimana verrà decisa la modalità di adesione allo sciopero per i dipendenti che non andranno a Roma. In questo momento - conclude Stella - potrebbe non essere opportuno interrompere le vendite”. La realtà di San Michele, spiegano i sindacati, meriterebbe di essere al centro di un'operazione di rilancio e non di vivere giorno dopo giorno, in attesa di conoscere il proprio futuro. La protesta del primo aprile sarà anche nei confronti di una proprietà che “non dà tempestiva comunicazione dei nuovi fatti”.
La notizia della svendita è arrivata nei punti vendita interessati con sette giorni di ritardo rispetto alla decisione del Tribunale; quando invece sarebbe considerata fondamentale una conoscenza in tempo reale di tutto quanto succede attorno al Mercatone Uno. Anche perché nel protocollo d'intesa sottoscritto all'inizio dello stato di crisi, questo era uno degli aspetti previsti. Da parte sua la proprietà fa notare come non si possano mettere in discussione gli sforzi e l'impegno dell'azienda a salvaguardare l'occupazione ed il reddito del personale sia di fronte agli Enti territoriali interessati che ai Ministeri del lavoro e dello Sviluppo Economico.