Mercato, scontro tra ambulanti
Alimentari: no allo spostamento in corso Bettini. Bottari: «Un'opportunità»
ROVERETO. Alla fine il confronto, scontro, si è spostato in platea, tagliando fuori il palco del sindaco Miorandi che aveva chiamato a raccolta gli ambulanti (e ce n'era la maggior parte dei 150) per discutere dello spostamento del mercato dal centro a corso Bettini. Per gli alimentaristi il no è secco. Gli altri sono più possibilisti.
Il sindaco parte con le slide che illustrano il progetto per lo spostamento del mercato del martedì che ritornerebbe, dopo quasi vent'anni, in corso Bettini. Un'ipotesi di cui si parla da mesi e che per la quale l'amministrazione comunale ha lavorato, perlomeno come possibilità. Ma il sindaco e l'assessore al commercio Bertolini precisano subito. «E' una valida alternativa al centro (adesso è la Sacra Famiglia e ci avete detto che non vi piace) - affermano all'unisono - Non abbiamo preso nessuna decisione perché volevamo sentirvi e capire quali sono le vostre esigenze e proposte. Quindi, non è che spostiamo il mercato d'imperio, con un'ordinanza, però deve essere chiaro che è necessario trovare una valida alternativa in quanto, per il centro, arrivano sempre più domande di iniziative significative da svolgere, o magari di lavori pubblici da eseguire. Costringendo qundi il mercato, vista l'occupazione, a spostarsi, con conseguenti disagi».
Il sasso è gettato in platea, il fuoco si avvicina alle polveri, compreso un questionario (distribuito) che chiede un «sì» o un «no» allo spostamento (i risultati tra qualche giorno). Una cosa è comunque chiara. Che corso Bettini, dallo slargo davanti al Pettirosso alla rotatoria di viale Trento (ovviamente esclusa), mercato o non mercato, diventerà pedonale, «la piazza della città», come più volte ha detto Miorandi, luogo di manifestazioni e occasioni con fondale settecentesco quello dei palazzi che lo guardano dall'alto. Come detto da Botta, l'architetto del Mart, che l'idea l'ha donata alla città, mercato compreso.
Gli interventi dalla platea non mancano. Che si divide, eccome. Perché, da una parte, così par proprio, ci sono gli alimentaristi (che sono una minoranza, con i produttori agricoli poco più di 20) capitanati dal pollivendolo Claudio Antolini spalleggiato da Marco Fochesato e dalla rappresentante degli agricoli Marika Gerola, per i quali, con lo spostamento, «gli affari, nel primo anno, calerebbero del 30-40% e la fidelizzazione del cliente scenderebbe». E avanti così. Dall'altra, chi, più d'uno, individua nello spostamento «un'opportunità perlomeno da valutare». Certo i timori, da parte di molti, tantopiù in questo momento di crisi, ci sono. Ed è più che comprensibile. «Se lo spostamento è legato ad un'apertura prolungata degli uffici comunali, ad esempio - dice Salvatore Bottari - può anche essere un'opportunità». «Per il mercato, che non è in gran salute, a parte gli alimentari - aggiunge Pavan della Confesercenti - è importante la stabilità del posto». Secondo Nicola Campagnolo dell'Anva (l'associazione degli ambulanti) «è un rischio ma anche un'opportunità». Adesso, risposto al questionario, si vedrà chi è d'accordo e chi no. Il dado è tratto.