Mensa, il Comune boccia Sanseverino 

Il vicesindaco Biasioli ribatte al Rettore: «Vi daremo l’ex Cte e andremo all’Italcementi. Ma serve tempo e un pazienza»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Due annetti. È quanto chiede di pazientare il Comune al Rettore sulla nuova mensa, quella che dovrebbe sorgere a Trento Fiere e che viene rinviata di continuo. E se un deluso Paolo Collini l’altro giorno in Provincia aveva detto di essere, a questo punto, pronto a costruirsela da solo in piazzale Sanseverino, il vicesindaco Paolo Biasioli non si dimostra entusiasta di fronte a questa ipotesi. E rilancia sul Polo multifunzionale che dovrebbe appunto sorgere a Piedicastello nel 2019, liberando dunque gli spazi per l’Università.

Vicesindaco che gliene pare di questa uscita del Rettore? Una provocazione? Ha anche detto di volersi fare la mensa da solo…

«Collini era stato ospite in giunta comunale venti giorni fa e la situazione la conosce, l’Università collabora con noi per il nuovo Prg. C’è una partita di permute di proprietà di aree che vede in ballo Università, Provincia e Comune. Sotto questo profilo c’è un cambiamento: si passa dalle permute all’acquisto».

Permuta o acquisto, poco cambia: l’Università ha nelle sue disponibilità piazzale Sanseverino. Potrebbe tecnicamente costruirci la mensa?

«Sì. Da quel punto di vista non sarebbe un problema. Basterebbe cambiare una lettera nella destinazione d’uso. D’altra parte lo si sarebbe fatto anche per la biblioteca di Botta, solo che alla fine era risultata di una cubatura eccessiva. Non realizzabile».

Ecco, ma se la mensa viene progettata in termini più ridotti?

«Potrebbe avere il via libera, ma sarebbe una scelta fatta dall’Università solo nell’interesse dei suoi studenti».

In che senso Biasioli?

«Nel senso che se Collini deve fare gli interessi degli studenti, noi dobbiamo fare quelli dell’Università, della città, di tutti. E piazzale Sanseverino per noi è una delle porte di Trento, potrà essere presto collegato all’altra sponda del fiume. Non ci pare debba diventare la sede della mensa».

Che, ad oggi, resta prevista dunque nell’attuale sede di Trento Fiere?

«Per noi sì, quella è la destinazione perfetta e si va a collocare nell’area che ospita già la Buc, la biblioteca alle Albere. Guardi che sulla nuova sede espositiva non siamo all’anno zero, non è che dobbiamo cominciare a lavorarci. Sì farà nell’area ex Italcementi. Per metà del prossimo anno il progetto dovrebbe essere completo. Nel 2019 la struttura potrebbe vedere la luce. Anche se ci sono dei problemi da risolvere».

E quali sono?

«Le ciminiere dell’ex Italcementi. Ma anche la parete rocciosa che insiste su quell’area. Possono cadere dei pezzi, ci sono rischi? Io per dire, ad oggi, non mi sento di concedere all’adunata degli alpini quell’area. Vi anticipo che il 29 faremo una commissione in Comune proprio su questo tema: interverrà il geologo e ci dirà i rischi che ci sono e come muoverci. Se si dovrà bonificare la roccia e magari abbattere le ciminiere».

Ma qui i tempi non rischiano di dilatarsi ancora di più?

«No, non credo. D’altra parte a Piedicastello se arriva il Polo espositivo, anzi multifunzionale, arriveranno anche dei parcheggi. E lo dico per fare capire che dovranno essere tutti passaggi condivisi, con la circoscrizione in primo luogo. Il Comune non è un cda, come può essere l’Università. E le scelte debbono essere partecipate».













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