Maxi-società pubblica per i rifiuti

Rovereto spinge Trento: bacino di 200 mila abitanti. Obiettivo: minori costi


Chiara Bert


TRENTO. Una maxi-società pubblica dei rifiuti, gestita dai Comuni di Trento, Rovereto e della Vallagarina, con un bacino di quasi 200 mila abitanti. È l'orientamento condiviso dai sindaci di Trento e Rovereto, Andreatta e Miorandi. Nei prossimi giorni si faranno i conti insieme ai tecnici: «La gara non ci garantisce più efficienza a minor costo», assicura Andrea Miorandi. Perché questo è il vero nodo da sciogliere: qual è l'opzione che permette di raggiungere una gestione efficiente con costi più bassi per l'ente pubblico e soprattutto tariffe meno care per i cittadini? La vittoria del «sì» al referendum del 12-13 giugno scorso ha tagliato la testa al toro per quanto riguarda l'acqua.

Trento e Rovereto andranno a costituire una società in house, pubblica al 100%, con un'ampia base di Comuni. Innanzitutto i 16 che, oltre a Trento e Rovereto, oggi hanno la gestione degli acquedotti affidata a Dolomiti Energia (Ala, Albiano, Aldeno, Borgo, Brentonico, Calliano, Civezzano, Fornace, Grigno, Lavis, Mori, Nave S.Rocco, Nomi, Roveré della Luna, Volano e Zambana). Ma l'accordo potrebbe avere un effetto di trascinamento anche su quei Comuni che fino a oggi hanno optato per una gestione diretta.

Essendo l'acqua un servizio dove le tariffe coprono solo una minima parte dei costi, un'alleanza tra più Comuni consentirebbe di raggiungere economie di scala, ovvero di abbassare i costi. Diverso, e più complesso, il ragionamento sui rifiuti. Su questo fronte l'amministrazione Andreatta è apparsa più possibilista sull'eventualità di mettere il servizio a gara, visto che in gioco non c'è un bene primario come l'acqua e ciò che interessa è un buon servizio con tariffe basse.

Ma Rovereto spinge con decisione sulla società pubblica, e Miorandi lo ha ribadito anche venerdì ad Andreatta. «Sono per la società in house - spiega il sindaco - c'è un'aspettativa popolare, che si è manifestata nel referendum, che non va delusa. Non esiste un dogma, la differenza la fanno le persone e i modelli. Abbiamo società pubbliche, penso all'Asia in Rotaliana, con costi industriali al di sotto di quelli usciti dalle gare proposte in alcune realtà trentine». «Oggi assistiamo a un colpo di coda del privato verso i servizi pubblici, facendo leva sulla paura della crisi. Ma dobbiamo avere i nervi saldi, l'obiettivo è l'efficienza che non necessariamente si garantisce con la gara. Ci sono in house che tengono in piedi un servizio di comunità ma anche i bilanci dei Comuni. Il privato può fare buoni affari con il pubblico ma questo non deve passare solo attraverso una liberalizzazione dei servizi locali».

Rovereto e la Vallagarina sono pronte a portare in dote un bacino di 80 mila abitanti: «Siamo compatti sulla scelta di una società di territorio», spiega Miorandi, «un traguardo che si potrà raggiungere magari in più step, visto che a parte Rovereto gli altri Comuni sono in scadenza al 31 dicembre e non possono più prorogare il servizio. Forse servirà una gara ma in prospettiva c'è l'accordo sulla società pubblica». Fatta la scelta strategica, vanno studiati i conti. E questo farà da domani un tavolo tecnico, che esaminerà gli esempi virtuosi di società in house. Poi la parola ripasserà alla politica per la scelta finale. Che potrebbe essere una holding chiamata a controllare due rami societari, acqua da un lato, rifiuti dall'altro.













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