Matrimoni fra gay, la Corte costituzionale si pronuncia sul caso di Trento

Atteso il pronunciamento sul ricorso di costituzionalità presentato da Enrico Oliari (Gaylib) contro il divieto di pubblicazioni di matrimonio fra persone dello stesso sesso



ROMA. Si è aperta davanti alla Corte Costituzionale l'udienza pubblica sulla questione di legittimità di una serie di articoli del codice civile che impediscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

L'argomento è stato portato all'attenzione della Consulta da alcune coppie gay di Venezia e Trento alle quali l'ufficiale giudiziario ha vietato di procedere delle pubblicazioni di matrimonio. In particolare a Trento il ricorso è stato presentato da Enrico Oliari (nella foto con il compagno Lorenzo Longhi), altoatesino di Merano, presidente di Gaylib, l'associazione dei gay di centrodestra.

I ricorrenti affermano che nell'ordinamento non esisterebbe il divieto espresso al matrimonio tra persone dello stesso sesso in quanto tra i requisiti non è prevista la diversità di sesso.

Nel ricorso si afferma che il divieto viola il principio costituzionale di uguaglianza tra cittadini ed è in contrasto von le norme europee in materia. Ne deriverebbe inoltre una ''irragionevole disparità di trattamento'' tra omosessuali e transessuali dal momento che a questi ultimi - dopo il cambiamento di sesso - è consentito il matrimonio tra persone del loro stesso sesso originario.

L'avvocatura dello Stato, costituitasi in giudizio per la presidenza del Consiglio, sostenendo l'inammissibilità della questione, sottolinea, tra l'altro che, nel caso di accoglimento da parte della Corte, si produrrebbe una ''operazione di manipolatura del tessuto normativo'' che compete al legislatore.

Il relatore della causa è il giudice Alessandro Criscuolo. Il verdetto potrebbe essere emesso in giornata.













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