il caso

Marchiori: «L'immobile del Centro sociale Bruno sarà abbattuto»

L’assessore: «Non è possibile acquisire lo stabile, è prevista un'operazione di riqualificazione dell'area frutto di un accordo fra Provincia, Comune e Università»



TRENTO. "Non è possibile procedere all'acquisizione dell'immobile, anche mediante permuta, in quanto è prevista un'operazione di valorizzazione per la riqualificazione dell'area di Piedicastello, nell'ambito Provincia autonoma di Trento, del più ampio accordo con Comune di Trento ed Università di Trento. Tale operazione prevede, tra l'altro, la demolizione dell'edificio". Così l'assessore al patrimonio della Provincia di Trento, Simone Marchiori, rispondendo a un'interrogazione della consigliere provinciale Lucia Coppola (Verdi) in merito al possibile acquisizione da parte dell'ente pubblico dell'edificio in cui si trova attualmente il Centro sociale Bruno.

Marchiori ha inoltre precisato che "l'amministrazione provinciale non intende allo stato di fatto rientrare in possesso dell'immobile", ma che erano state "avviate delle interlocuzioni con il Comune di Trento per trovare un utilizzo temporaneo dell'edificio anche per finalità sociali" a cui tuttavia non vi è stata riposta da parte dell'ente locale.

La consigliera Coppola, nella sua interrogazione, aveva rilevato come il centro sociale sia attualmente "sotto sfratto su richiesta di Patrimonio del Trentino spa, proprietaria dello stabile". Inoltre l'esponente dei Verdi aveva chiesto che il Cs Bruno fosse "inserito in una clausola di salvaguardia per gli aspetti sociali e culturali che hanno caratterizzato e caratterizzano la sua presenza nel quartiere".













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