Mara Maino stroncata dall’influenza
Arco, da giorni era ricoverata in rianimazione a Padova. Era contitolare della Pizzeria Al Fiume: distrutti dal dolore il marito e i due figli
ARCO. Ha lottato strenuamente, con tutte le proprie forze, ma alla fine non ce l'ha fatta a sottrarsi ad un epilogo drammatico della propria esistenza che ha sconvolto familiari ed amici. E' morta nella giornata di ieri, in un letto del reparto di rianimazione dell'ospedale di Padova, l'arcense di 55 anni colpita tre settimane fa da un attacco violento di influenza suina.
Mara Maino, contitolare della pizzeria Al Fiume dei fratelli Rigatti, si è spenta per le conseguenze di un'influenza che ha ridotto al minimo le proprie difese, debilitando oltremodo il fisico finché non è stato più capace di reggere e il suo cuore ha smesso di battere. Accanto a lei, fino all'ultimo, il marito Franco e il resto della sua famiglia, che ora la piange disperata.
Appena la notizia comincerà a fare il giro della città il cordoglio sarà unanime così come l'incredulità per una morte che sembra assurda: perdere la vita, oggi, per colpa di una influenza appare inconcepibile ed invece, purtroppo, è la triste realtà, come raccontano le cronache di queste settimane. I medici padovani hanno fatto di tutto per cercare di salvarla.
L'arcense, al Policlinico di Padova, è arrivata una ventina di giorni fa dopo l'aggravarsi di uno stato influenzale nella giornata di domenica 18 gennaio. Il giorno dopo, infatti, la donna si era recata al pronto soccorso di Arco dove i medici avevano subito deciso per il suo trasferimento all'ospedale di Rovereto, che dispone di un reparto dedicato alle malattie infettive. Ma i medici del nosocomio roveretano, dopo gli esami di rito, avevano giudicato la situazione piuttosto grave e così, dopo un consulto con l'equipe ospedaliera, avevano deciso per il ricovero al Policlinico di Padova che è tra i più specializzati, a livello italiano, nell'affrontare questo tipo di patologie. Subito ricoverata in rianimazione, la cinquantacinquenne è stata tenuta sedata ed attaccata alle macchine che ne permettevano la respirazione, altrimenti compromessa. Il quadro clinico, inizialmente, era stazionario ma a preoccupare i sanitari erano soprattutto i rischi per un fisico talmente debilitato che ha resistito finché ha potuto, ovvero fino alla giornata di ieri, quando le condizioni si sono aggravate ulteriormente fino al tragico epilogo.
Arco, dunque, si appresta a vivere un altro drammatico lutto dopo quelli che hanno già funestato la comunità arcense in questo terribile inizio d'anno. Nelle prossime ore la salma della donna verrà riportata nella sua Arco dove saranno poi celebrati i funerali.