Manovra, spaccato il centrodestra trentino
Su province e pensioni Pdl e Lega locali su posizioni opposte
TRENTO. La manovra d'emergenza che il governo si appresta a discutere in Senato sta portando molti malumori all'interno della maggioranza. Le questioni in campo sono diverse e su molti temi l'alleanza Pdl-Lega mostra più di una crepa.
E a livello trentino? La situazione non è diversa: le questioni che spaccano i due partiti a Roma li dividono anche a Trento.
«Tagliare subito le province, tutte e subito - afferma il senatore pidiellino Giacomo Santini -. Non hanno più senso e, visto che il federalismo è alle porte, saranno le Regioni a portare avanti le trattative con Roma». La pensa sostanzialmente allo stesso modo l'altro senatore del Pdl, Cristiano De Eccher: «Sulle province ci sono difficoltà con la Lega, io sono per eliminarle, come previsto dal nostro programma. Personalmente poi ritengo che anche il previsto Senato delle Regioni sia inutile: per quello che posso vedere una Camera è più che sufficiente».
Per la Lega, la questione province merita tutt'altra risposta: «Adesso tutti fanno a gara per eliminarle, ma questa è demagogia. Sono elemeti di identità territoriale importanti e tagliarle non farebbe ridurre i costi. E poi, scusate, a quel punto salterebbe anche la nostra» ha infatti affermato il deputato Maurizio Fugatti.
Tutt'al più, per il Carroccio, può essere accettata la soppressione di quella più piccole: «Il taglio di quelle sotto i 300 mila abitanti è accettabile, visto lo sforzo cui siamo chiamati».
E poi c'è la questione pensioni, su cui pure i due principali partiti di governo si stanno scontrando, col senatur Umberto Bossi a difenderle a spada tratta e diverse anime del Pdl per riformarle (soprattutto quelle di reversibilità e l'età pensionabile delle donne). «Piuttosto che tagliare le pensioni allora è meglio sforbiciare gli enti locali. Noi faremo di tutto per non toccarle» si scaglia Fufatti. Più possibilista De Eccher: «Sono su posizioni più aperte rispetto a quelle della Lega, che non vorrebbe cambiare niente. Per me invece non è così» rivela. Ancora più preciso l'altro pidiellino, Santini: «Soprattutto per quel che riguarda la velocizzazione dell'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a livello europeo (63 anni), credo che bisognerebbe intervenire».
In un contesto di stridori va però registrato un tema, tutto trentino, che di colpo riporta la pace tra i due alleati. Basta parlare loro di Comunità di valle e il commento si fa unanime: «Eliminarle, subito».