«Mancano portalettere, Poste a rischio collasso»
L’allarme di Catia Pancin (Cisl-Poste): le carenze di personale, sia in consegna che al bancone, mette in crisi il servizio. Persino i direttori lavorano allo sportello
TRENTO. Pochi portalettere e sportellisti, il servizio postale sul nostro territorio è a rischio collasso. Lo afferma Catia Pancin, segretaria regionale della Cisl-Poste che denuncia la carenza di portalettere, causa di numerosi problemi agli utenti. «Per garantire un servizio efficiente e di qualità in Trentino – sostiene la sindacalista - mancherebbero circa 35 portalettere, attualmente sostituiti da pochissimi trimestrali. Inoltre abbiamo richiesto all'Azienda che il personale assunto obbligatoriamente a part-time verticale, sia trasformato a tempo pieno».
Ci sono portalettere, spiega il sindacato, che hanno accumulato oltre 50 giorni di ferie residue ed è a rischio anche la consegna delle cartelle Equitalia, commessa di lavoro estremamente delicata. Arriva qualche trimestrale alla "spicciolata" ma con l'avvio del piano ferie già programmato, non sono sufficienti a garantire il servizio e molte zone restano scoperte. «Occorre intervenire al più presto: con l'avvicinarsi delle ferie estive sarà pressochè impossibile garantire la consegna di tutta la corrispondenza con le conseguenti giacenze che si verranno a formare nei Centri di recapito e di smistamento».
Mentre sul fronte dell'attività agli sportelli degli uffici postali, i problemi non sono da meno: in questo settore non sono previste assunzioni di trimestrali e "sportellizzazioni". «Così ogni giorno – spiega Pancin - circa cinquanta operatori vengono distaccati dal proprio ufficio per garantire l'apertura di altri, stiamo parlando di quelli che vengono chiamati uffici mono-operatore ed in Trentino sono tanti».
Sempre più spesso gli uffici postali sono chiusi nel periodo in cui l'operatore dell'ufficio stesso usufruisce delle ferie estive, creando disagi alla clientela, alla qualità del servizio e stress ai lavoratori in particolare nelle zone della Val Rendena, nella zona del Garda e in Alta Val di Non, inoltre per tanti direttori postali è diventata prassi lavorare agli sportelli per sopperire alle croniche carenze.
«Bisogna sottolineare che i dipendenti esodati con incentivo alla pensione dall'inizio del 2013 sino alla fine dell'anno in corso sono in Trentino circa sessanta, non sostituiti parimenti con nuove risorse».
Insomma, conclude la segretaria regionale della Cisl-Poste,«la coperta è corta, viviamo una situazione contestata anche da molti sindaci e cittadini».