Mancano i soldi, la piscina deve chiudere

Disaccordo tra Comunità di Primiero e Comuni sulla copertura dei costi dell’impianto. Ma altri servizi dividono gli enti


di Raffele Bonaccorso


PRIMIERO. Dall’incontro con la giunta della Comunità di Primiero emerge in tutta la sua gravità il progressivo e quasi inarrestabile scollamento fra la Comunità stessa e gli otto Comuni di Primiero e a farne le spese sono i primierotti che vedranno in un prossimo futuro la riduzione di alcuni servizi e in alcuni casi addirittura la loro soppressione, che si spera solo momentanea.

Di tutto questo è apparso preoccupato il presidente della Comunità, Cristiano Trotter che diplomaticamente cerca di mitigare la reale situazione affermando che «l’esistente indubbia difficoltà di rapporti con i Comuni deriva da una criticità del momento storico per i Comuni stessi, che devono fare i conti con difficoltà proprie di bilancio». Più realisticamente però questa difficoltà di rapporti va ascritta ai diversi modi di vedere le cose da parte dei singoli amministratori, a personalismi portati avanti anche inconsciamente e alla mai sopita abitudine di guardare solo al proprio orticello; tanto da poter dire che, probabilmente, i primierotti in effetti “sono più avanti” dei loro amministratori e vedrebbero bene come unica soluzione la fusione dei Comuni.

Per spiegare la situazione c’è da dire che la Provincia ha trasferito alla Comunità di valle delle competenze in modo pieno (ad esempio edilizia abitativa pubblica e sovvenzionata), mentre per tutta una serie di servizi sono i Comuni che attraverso apposite convenzioni delegano la Comunità a gestirli in maniera associata. Ed ecco i problemi.

Alla fine del 2013, infatti, erano in scadenza alcune convenzioni e la Comunità si era affrettata per tempo a chiedere ai Comuni il rinnovo pena, in alcuni casi, la cessazione dei servizi forniti. Le risposte sono state diversificate sia riguardo ai singoli servizi, sia riguardo all’impegno finanziario per la loro gestione. In altre parole non c’è stata una risposta univoca per tutti i Comuni, con le conseguenze immaginabili ricadenti proprio sui servizi stessi. Ad esempio dei Comuni hanno disposto la diminuzione delle risorse finanziarie per il macello intercomunale (di fatto attualmente non più funzionante), per il ricovero animali (cani e gatti randagi), per le politiche giovanili. Hanno detto no alla gestione associata riguardo le attività sportive, i centri estivi per i ragazzi e l’organizzazione delle grandi manifestazioni (Desmontegada, Rally di San Martino, Dolomiti Festival Brass). Il che significa che gli organizzatori di queste manifestazioni devono chiedere Comune per Comune. Infine, irrisolta è la questione piscina non solo per il rifiuto del Comune di Tonadico di contribuire con la propria quota alla sua già avvenuta ristrutturazione, ma anche per l’aumento dei costi di gestione che i Comuni stentano a ripianare, tanto che è prevista la chiusura a fine gennaio per un periodo da stabilire.













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