Malattie reumatiche, in Trentino colpite duemila persone. Al S.Chiara l'ambulatorio integrato
La struttura e i suoi rapporti di collaborazione con Padova permettono a molti piccoli pazienti di evitare continui spostamenti nelle cliniche specializzate. Il convegno di Atmar ha fatto il punto sulla situazione e approfondito il tema della "medicina narrativa"
TRENTO. Lo stato dell'arte nella terapia alle malattie reumatiche, con un approfondimento dedicato ai piccoli pazienti, oggi non più costretti a recarsi fuori provincia per le cure grazie all'ambulatorio integrato del Santa Chiara, e alla "medicina narrativa".
Ha fatto registrare grande interesse e richiamato un folto pubblico il tradizionale convegno autunnale organizzato dall'Atmar, l’Associazione trentina malati reumatici, all'aula magna della Fondazione Bruno Kessler.
Le malattie reumatologiche colpiscono in Trentino circa 2000 persone. Si tratta di malattie croniche e invalidanti, che, se non diagnosticate precocemente e curate adeguatamente, nelle forme più severe vanno incontro ad una invalidità permanente. Nonostante questi numeri così importanti le malattie reumatiche – che ammontano a più di 100 - rimangono in gran parte poco conosciute: sono infatti a tutt’oggi malattie ancora scarsamente considerate a livello sociale, tanto che sono etichettate come “malattie del silenzio”.
"Il convegno - spiega la dottoressa Lucia Innocenti, presidente di Atmar - ha costituito un momento in cui i medici reumatologi dell'Unità di Reumatologia di Trento hanno presentato le ultime novità diagnostiche e terapeutiche rivolte a queste malattie, un campo in cui, fortunatamente, il progresso della medicina consente di apportare continui aggiornamenti. E' stato poi trattato il tema delle malattie reumatiche in ambito reumatico, spesso sconosciute ai più, ma dall'effetto molto impattante per la vita del paziente e della sua famiglia. Da qualche anno a Trento esiste un ambulatorio integrato pediatrico-reumatologico che consente a molti piccoli pazienti di rimanere il più possibile nel loro ambito di vita, senza continui spostamenti nelle cliniche specializzate, come era in passato. Per i casi in cui è necessario un livello maggiormente specialistico, l'ambulatorio di Trento è in contatto e lavora in sinergia con la clinica universitaria di Padova e con l'ospedale Gaslini di Genova. Uno dei temi trattati nel convegno riguardava la cosiddetta "Medicina narrativa", una parte della medicina che ha fatto comprendere come il punto di vista del paziente (la narrazione della propria malattia) non sia solo una modalità relazionale che consente al paziente di esprimere il proprio disagio/dolore/preoccupazione del futuro, ma un vero e proprio approccio terapeutico che consente al medico stesso di affinare la propria diagnosi ed instaurare il processo terapeutico più corretto".
Le artriti croniche autoimmuni sono state oggetto della relazione del dottor Roberto Bortolotti, direttore facente funzione dell’Unità operativa di Reumatologia del SChiara; il dottor Giuseppe Paolazzi, già direttore della stessa Unità operativa ha fatto il punto sulla fibromialgia, mentre il dottor Lorenzo Leveghi, reumatologo, e la dottoressa Ilenia Floretta, pediatra del S. Chiara, hanno trattato il tema dell’artrite idiopatica giovanile e dell’ambulatorio di transizione. Infine una relazione sul ruolo della medicina narrativa nelle malattie reumatologiche, a cura della dottoressassa Fulvia Ceccarelli dell’Università Sapienza di Roma.