Magnete, il parco rimasto una promessa

A Trento Nord, tra cemento e traffico, i residenti reclamano vivibilità e spazi verdi


Chiara Bert


TRENTO. Ci sono quartieri più fortunati, belli, centrali, vivibili. E altri più sfortunati, cresciuti in periferia senza identità, tra il cemento e il traffico, senza servizi e senza verde. Tra i secondi c'è il Magnete, Trento nord lato ovest, di fronte al Top Center. Il complesso di palazzi più grande della città, 300 appartamenti, 700 abitanti. Che da dieci anni aspettano un parco, e una riqualificazione che continua ad essere rimandata. Sei grandi parallelepipedi di cemento dove abitano decine e decine di famiglie.

Il Magnete è questo. Un enorme condominio progettato negli anni Novanta: uno dei palazzi è occupato dall'Agenzia delle entrate, un altro è stato acquistato dall'Itea, i primi residenti sono arrivati a viverci nel 2002. Vendere quegli appartamenti non è stata impresa facile, la periferia nord non è tra le più allettanti per usare un eufemismo, chiusa tra via Brennero, le vicine aree inquinate ex Sloi e Carbochimica, tanti uffici che la sera si svuotano e i centri commerciali. Eppure oggi quelle centinaia di appartamenti sono abitati e 700 persone reclamano quello che gli era stato promesso. Non chiedono la luna, un «quartiere fiorito» con giardini e canali d'acqua, grandi investimenti. Chiedono la riqualificazione dell'area annunciata da anni e mai realizzata.

Piccolo passo indietro, a memoria storica. Era il 7 ottobre 2008 e l'allora sindaco reggente Alessandro Andreatta annunciava al consiglio della circoscrizione che gli uffici avevano già fatto dei sopralluoghi ed entro qualche mese il Comune avrebbe acquisito dai privati le aree attorno agli edifici per creare uno spazio verde, i servizi del polo sociale e un presidio dei vigili di quartiere. Il piccolo centro civico è arrivato, nel febbraio 2009, con grande soddisfazione dei residenti: uno spazio pubblico importante, in particolare per i bambini e i ragazzi, «un primo indennizzo a chi vive qui», lo aveva definito l'assessore alle politiche sociali Violetta Plotegher. In attesa del resto: i collegamenti pedonali e ciclabili con i Solteri, dall'altra parte di via Brennero, e il parco.

Ecco, i cittadini del Magnete oggi rivendicano quello che gli spetta: un quartiere degno di questo nome. Non sarà il centro storico e non sarà la nuova Michelin. Semplicemente avrà verde, alberi, un parco dove far giocare i bambini, e magari - sognando un po' più in là - sparirà la barriera che lo separa dai quartieri al di là di via Brennero. Lo scorso ottobre, nell'assestamento di bilancio, l'amministrazione comunale ha rinviato al prossimo bilancio i 100 mila euro stanziati da anni per la riqualificazione. Sono la stessa cifra messa a disposizione quest'anno per gli sconti ai residenti sugli skipass per il Bondone. La circoscrizione quest'estate è scesa in campo a muso duro: «Da anni chiediamo risposte - ha detto il presidente Melchiore Redolfi - il Comune deve chiarire a che punto è la trattativa con i privati e qual è lo stato di inquinamento dei terreni. È certo che ci sia una presenza di idrocarburi, ma non sappiamo quanto alta e quali piani di bonifica sono stati previsti». Un punto questo su cui il vicesindaco Paolo Biasioli a giugno aveva risposto così: «Attendiamo le analisi». Sono passati altri sette mesi e i cittadini del Magnete continuano ad aspettare.













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