«Magnete, ecco perché sarà ancora peggio»
L'architetto Toffolon: si è costruito male e il progetto Gregotti sarà la pietra tombale
TRENTO. Il Magnete? Un'opera «brutta e incompiuta». Ma, in confronto a quello che sorgerà nell'area dell'ex Sloi, «sembrerà il male minore». È il pensiero dell'architetto Beppo Toffolon, convinto che il centro commerciale progettato da Vittorio Gregotti a Trento Nord anziché riqualificare quella parte di città, rischierà di essere la «pietra tombale» per il recupero dell'intera zona. «È una scatola chiusa - afferma - che non aiuterà».
Il problema del Magnete, secondo Toffolon, non è il cemento usato in abbondanza. «Uno degli aspetti tragici di questo complesso - spiega l'architetto - è come è stato usato il cemento, non quanto se n'è utilizzato. Si è costruito male, senza una logica da seguire».
Eppure, inizialmente, le intenzioni erano più che buone...
Basti pensare al nome: "Magnete". L'idea, infatti, era quella di realizzare una cittadella terziaria così bella ed attraente - magnetica, appunto - per calamitare a Trento il quartier generale delle società multinazionali del settore terziario. S'era pensato di realizzarla alla Michelin, quando ancora c'era la Michelin. Poi si virò sull'area dell'ex Sloi. Quello che vediamo ora davanti al Top Center è solo una minima parte dell'opera pensata originariamente: due blocchi sugli otto che erano previsti...
Il resto è rimasto bloccato a causa dell'inquinamento dei terreni?
Esatto. Sono stati realizzati i primi due blocchi nell'area edificabile ed il resto è rimasto in stand-by finché s'è capito che la bonifica era troppo costosa. L'inquinamento è certamente una disgrazia, ma possiamo dire che ci ha salvato dalla prosecuzione di quell'impianto urbanistico che non pare la soluzione migliore possibile per quella zona.
Della cittadella pensata inizialmente, dunque, non v'è traccia.
L'idea originaria s'è persa nel tempo. Alla fine è stato realizzato un progetto di "contrabbando" proposto direttamente di proprietari e preso d'ufficio dal Comune.
Troppo cemento?
Non è questo il problema. È una sciocchezza dire che una città è più vivibile se si riduce il cemento e si aumenta il verde. Il problema del Magnete è come si è costruito. Si è costruito senza strade, senza spazi sociali e con il viale pedonale interno, che rappresenta l'asse portante della struttura, che è uno dei luoghi più tristi mai visti, d'ispirazione sovietica. Certamente non è quel punto d'attrazione "magnetico" al quale si pensava all'inizio...
Detto degli errori del passato, è ancora possibile ridare quell'area alla città? Riqualificarla, valorizzarla?
Se si vuole riqualificare il Magnete bisogna partire dall'asse pedonale centrale, migliorandolo e potenziandolo. Si può agire con l'arredo urbano per dare più respiro, ma è fondamentale assegnare a quel viale una funzione urbanistica che ora non ha. Quella strada, infatti, collega il nulla col nulla. Sarebbe importante che almeno a sud, dove ci sono le aree inquinate, si faccesse qualcosa per rivitalizzare quel percorso centrale oggi morto.
Nel progetto dell'area ex Sloi bisognerebbe quindi pensare alla rinascita del Magnete...
Sì. Il problema è che il centro commerciale pensato da Gregotti non dà una mano. È una scatola chiusa che non dà sbocchi al viale pedonale. Insomma, se oggi ci lamentiamo del Magnete è perché non abbiamo ancora visto cosa si farà all'ex Sloi. A quel punto il Magnete ci sembrerà il male minore. E purtroppo sarà posta la pietra tombale per il recupero di quell'area e per il rilancio di Trento Nord.