Maestri di sci «romeni» condannati in Tribunale

Il giudice ha stabilito il principio che chi risiede in Italia deve conseguire qui la certificazione per insegnare e non può andare a prenderla all’estero



TRENTO. Avevano preso il titolo di maestro di sci in Romania, ma in segnavano in Trentino. Per questo sono stati condannati per esercizio abusivo della professione due italiani, Alberto Bellaviti, 54 anni di Orio al Serio, e Achille Crispino, 48 anni di Portofino. La condanna infilitta ieri dal giudice Enrico Borrelli è, comunque mite, una multa di 140 euro più un risarcimento di 3 mila euro da versare al Collegio dei maestri di sci trentini che si era costituito in giudizio tramite il proprio presidente Mario Panizza e con l’assistenza dell’avvocato Massimo Viola. Quello che importava ai maestri di sci era il principio, ovvero che non si potesse insegnare in Trentino con un titolo ottenuto all’estero. O almeno, che non lo potessero fare persone residenti in Italia. Dall’altra parte, la difesa, sostenuta dall’avvocato Luigi Villa di Bergamo, spiegava che doveva valere la direttiva europea del 2005 che prevede la libertà di circolazione per i professionisti.

Al termine della propria arringa l’avvocato Villa ha esclamato: «Gli avvocati potranno arrivare dall’estero, ma non i maestri di sci. Questo è un processo a una norma, a un’idea, non ai miei assistiti». Il giudice, però ha accolto la tesi della parte civile. L’avvocato Viola spiega: «La normativa comunitaria non può essere usata per aggirare le norme provinciali. La sentenza ha stabilito questo principio».

Si tratta della prima sentenza in materia. Il suo interesse, anche per il collegio dei maestri di sci, è proprio dato dal fatto che stabilisce che per insegnare in Italia occorre un titolo italiano o, un titolo straniero ma valido, secondo la nuova normativa provinciale, solo per l’insegnamento provvisorio.

Secondo le norme provinciali, infatti, sui può insegnare per al massimo due settimane grazie a un titolo straniero. Chi usa questo titolo, però, deve essere residente o, comunque, deve avere la principale attività nel paese che rilascia il titolo. Nel caso in questione, invece, i due imputati sono residenti in Italia e hanno conseguito in Romania un titolo di maestri di sci con un corso molto più breve rispetto ai 90 giorni nell’arco di due anni richiesti in Italia. I due erano stati chiamati sul Lusia dall’Associazione dei maestri di sci di Moena i cui responsabili sono stati censurati disciplinarmente dal Collegio dei maestri di sci. Vennero sorpresi dalla polizia mentre insegnavano nel gennaio del 2011 su segnalazione di altri maestri. Il presidente del Collegio, Mario Panizza, esprime soddisfazione: «La sentenza dice quello che noi abbiamo sempre detto. Il titolo straniero vale solo per chi si è stabilito all’estero e solo provvisoriamente».

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