«Ma profughi e immigrati non c’entrano niente»
L’assessore alla sanità Luca Zeni: «Polemiche prive di senso. Il contagio nel nostro ospedale è quasi certo, dobbiamo capire come è successo»
TRENTO. «Innanzitutto esprimo la vicinanza alla famiglia perché questa è una grande tragedia e in questo momento non possiamo non esprimere le condoglianze a questa famiglia così duramente toccata». L’assessore alla salute Luca Zeni ci tiene a spiegare che l’azienda sanitaria e la Provincia vogliono capire cosa sia accaduto, ma ci tiene anche a manifestare la vicinanza alla piccola Sofia e a frenare l’ondata d’odio contro i migranti che si è scatenata sul web.
Adesso come Provincia e Azienda sanitaria cosa state facendo?
La prima cosa che stiamo facendo è quella di dare la massima collaborazione sia al Ministero che alla Procura che hanno il dovere di intervenire perché è interesse di tutti capire quello che è successo.
Però tutti dicono che ormai pare certo, o quasi, che il contagio si sia verificato nel reparto di pediatria del Santa Chiara.
La probabilità maggiore sembra questa. E' vero che anche i tempi di incubazione possono essere compatibili con i tempi della vacanza al mare. Però la cosa più probabile appare il contagio in reparto. Si tratta di capire come sia avvenuto. E quindi si stanno facendo tutti gli accertamenti e le verifiche. Per cautela totale si è proceduta alla disinfestazione
Lei ha sentito la famiglia?
Sì li ho chiamati e ho manifestato la nostra vicinanza oltre a spiegare che faremo di tutto per cercare di capire quello che è successo.
Non c'è pericolo di ulteriore contagio?
E' un caso più unico che raro, averne due in città pare una cosa improbabile. Per cautela totale sono state messe le trappole per le zanzare, ma non ci sono elementi che fanno pensare ad altri casi.
La ministra Lorenzin ha detto che invierà una task force di esperti.
Sì, ma noi già questa mattina (ieri ndr) abbiamo contattato il ministero, abbiamo subito inviato una relazione.
In molti danno la colpa a profughi e immigrati che avrebbero portato gli agenti del contagio in Italia. Lei cosa ne dice?
Questo veramente è impossibile. Quello che pare certo è che l'immigrazione non c'entri nulla, nel senso che in questo caso ci sono state persone residenti qui in Trentino, dei bambini nati qui, che sono andati in vacanza in Africa e sono tornati. Noi abbiamo 8 o 10 casi all'anno di malaria di importazione. Si tratta sia di stranieri che vanno nei paesi di origine che di italiani che vanno per vacanza o per lavoro. Quindi dovremmo vietare tutti i viaggi all'estero, ma sarebbe una cosa assurda. Il tema immigrazione non c'entra. Purtroppo la malaria si può contrarre. La peculiarità del caso è che è stata contagiata una persona che non è stata all'estero.
A chi parla di epidemia dovuta a un fantomatica invasione dall'Africa cosa dice?
In questo momento non ci sono evidenze di questo genere. Sarebbe la prima volta nella storia se ci fosse un ceppo di zanzare capaci di trasmettere la malaria. Sono cose rare e non era mai successo che ci fosse una zanzara che si riproduce qui.
I tecnici cosa dicono, si potrà capire cosa è avvenuto?
Non è così semplice . Se ci fosse una diffusione di una specie di zanzara si dovrebbe vedere. L'importante è che si chiarisca che questa cosa non c'entra niente con i profughi e l'immigrazione. Poteva essere chiunque di noi di ritorno da un viaggio turistico a portare il contagio. Quello che sappiamo è che non è stato un profugo a portare la malaria.
I due bambini, però, non erano in isolamento nel reparto di pediatria?
No, perché la malaria non si prende per contagio diretto. Ci dovrebbe essere uno scambio di sangue copioso. Cosa che non è ipotizzabile e non essendoci la zanzara veicolo non sembrava ci fosse bisogno dell'isolamento.
Questo caso farà rivedere i protocolli?
Bisognerebbe vederli a livello nazionale, ma intanto vediamo i risultati degli accertamenti.