Ma in caso di alluvione potrebbe restare isolato
La relazione del Comune: «Non c’è solo il problema di allagamento». Gli edifici saranno “rialzati”, ma con le vie sott’acqua sarebbero inaccessibili
TRENTO. L’area di via al Desert, scelta per il nuovo ospedale, è a rischio allagamento in caso di forti piene dell’Adige: questo è un fatto noto da tempo e infatti l’area è già stata parzialmente “bonificata” con la sopraelevazione delle parti depresse. Ma dagli atti allegati al bando emerge un altro problema: anche se venisse evitato l’allagamento dell’ospedale (costruito ad un’altezza di sicurezza) la struttura in caso di piena potrebbe risultare isolata.
Questo - secondo l’architetto Ennio Dandrea, dirigente degli uffici tecnici comunali - sarebbe il problema maggiore “considerata anche la natura strategica e sensibile dell’opera che si va a realizzare dove, tra ricoverati, personale e visitatori si possono concentrare circa 4 mila persone, solo riferendosi all’affollamento dell’ospedale esistente, senza contare le altre realtà che si intendono realizzare o già presenti nell’area”. Nella relazione degli uffici tecnici comunali si legge: «Prendendo le mappe della zona del nuovo ospedale e sovrapponendo gli effetti di un’esondazione con una portata di 2.700 metri cubi (pari a un tempo di ritorno di 200 anni) si osserva che a nord via Jedin risulta tutta sommersa, con l’impossibilità quindi di entrare in tangenziale e di raggiungere via Ghiaie e via Muredei. La stessa via al Desert - continua la relazione - in alcuni tratti (avvallamenti) sembra andare sott’acqua e non è assicurato il collegamento che porta alla tangenziale in direzione sud e al ponte di Ravina, il cui accesso risulta allagato».
Che fare? L’indicazione è quella di tenere conto di tutto questo in fase di progetto, in particolare per quanto riguarda il sistema fognario e gli impianti idraulici ed elettrici. Ma il Comune sostiene anche la necessità di uno studio che prenda in considerazione l’ipotesi di esondazione dell’Adige e di un piano di emergenza per il nuovo ospedale che “consideri la possibile esondazione dell’area e il modo in cui fare fronte alla situazione di isolamento e di compromissione dei sotto-servizi e dei servizi di rete.
Infine - si legge nella relazione del Comune di Trento - in considerazione del progetto del nuovo ospedale in via al Desert, sarebbe opportuno accelerare i tempi della realizzazione delle opere che permettano di contenere gli effetti di una piena dell’Adige, diminuendo il rischio di esondazione. Il riferimento è agli interventi sul bacino di Stramentizzo che possano contribuire al contenimento dell’Avisio.
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