50 adesioni all’appello di plotegher e lorandi

Ma c’è il Pd che vota «no» «Libertà di coscienza»

TRENTO. Non è la spaccatura che si è consumata a livello nazionale, e che ha assunto i toni di una resa dei conti tra il premier-segretario del Pd Matteo Renzi e la minoranza interna di Bersani e...



TRENTO. Non è la spaccatura che si è consumata a livello nazionale, e che ha assunto i toni di una resa dei conti tra il premier-segretario del Pd Matteo Renzi e la minoranza interna di Bersani e Speranza. Ma anche nel Pd trentino il rush finale non è quel coro compatto per il sì che l’attuale segretario aveva sperato dopo la mozione approvata all’unanimità in settembre a sostegno della riforma. L’appello per il no promosso dall’assessora regionale Violetta Plotegher insieme all’ex segretario del Pd roveretano Fabiano Lorandi, a Filippo a Beccara e Alessandro Branz, ha fatto venire allo scoperto un certo disagio interno. «Abbiamo raccolto 50 adesioni, il nostro appello ha mosso le coscienze di chi aveva problemi a dichiararsi», dice Lorandi, «alcuni non l’hanno fatto per prudenza, ci sono dirigenti Pd che non vogliono esporsi ma voteranno no». All’appello hanno aderito esponenti dem lagarini come Nives Merighi e Lorenzo Passerini, ma anche esponenti della società civile come lo storico Vincenzo Calì. E tra i mi piace, su Facebook, ci sono quelli dell’ex prorettore Giovanni Pascuzzi e civatiani come Andrea Pradi e Daniela Filbier. Questo esporsi all’ultimo per il no (come ha fatto anche, sempre via social network, il capogruppo comunale a Trento Vanni Scalfi) non è piaciuto alla dirigenza Pd e prima la presidente Donata Borgonovo Re, poi il senatore Giorgio Tonini, hanno reagito. «Ci sono dirigenti a cui non è piaciuto il nostro uscire dal conformismo del Pd trentino», contrattacca Lorandi, «a Tonini che ci ha definiti “compagni dal palato molto fine”, rispondiamo che siamo quelli che non ingoiano qualsiasi cosa. Non siamo contro il Pd né contro il governo Renzi, siamo nel Pd con le nostre idee e rivendichiamo la libertà di coscienza sulla riforma della Costituzione».

Intanto, sempre dal fronte del «no» alla riforma, domani il centrodestra (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Agire di Claudio Cia) chiuderà la campagna referendaria alle 17 con una castagnata in via Belenzani. No al referendum anche dal «Comitato Famiglie per il no» emanazione del Family Day , preoccupato che il nuovo assetto istituzionale «venga utilizzato per destrutturare la famiglia».(ch.be.)













Scuola & Ricerca

In primo piano