«Lottiamo contro un mare di neve»

I trentini in Romagna: al lavoro fino a 16 ore al giorno per liberare i paesi


Martina Bridi


TRENTO. Turni serrati, dalle 16 alle 20 ore al giorno. Bisogna portare via la neve, aprire vie di passaggio per le ambulanze, raggiungere le abitazioni isolate, liberare i tetti che rischiano di essere sfondati. Nella Romagna sommersa da una nevicata senza precedenti, gli uomini della protezione civile, del servizio strade della Provincia e i vigili del fuoco lavorano senza sosta.

Dalla scorsa settimana l'Italia centrale sta vivendo la stessa situazione che aveva interessato il Trentino con la nevicata del 1985. In soccorso della popolazione di Cesena, giovedì gli operai del servizio strade della Provincia sono stati chiamati a liberare le strade per permettere il transito alle macchine, alle vetture che trasportano viveri alle persone bloccate in casa e alle ambulanze che devono trasportare i malati in ospedale. A raccontare come stanno andando le cose Fausto Cattani, tecnico del servizio strade.

Cattani, com'è la situazione da quelle parti?
Nevica ininterrottamente e tutto è ricoperto da una coltre di neve alta 2 metri. Le temperature sono molto rigide, in pieno pomeriggio ci sono -8 gradi e tira un vento fortissimo. Fortunatamente la gente di qua si è rimboccata le maniche e da una mano spalando la neve con le pale e passando con i trattori con lame sgombraneve.

Voi quanti siete?
All'opera ci sono 13 operai del servizio strade della provincia, insieme ad una squadra dei pompieri permanenti di Trento e ad altre sei persone della protezione civile trentina. Ieri due delle nostre frese erano al lavoro a Cesena e altre tre a Nova Seltria, in alta Val Marecchia nell'entroterra riminese, una delle zone più colpite. Oggi arriveranno altri due operai del servizio strade con la sesta fresa da neve. Si fanno i turni e si lavora a ritmo serrato dalle 16 alle 20 ore al giorno a partire dalle 5 di mattina. E' dura, ma i nostri operai sono dei professionisti e sanno come fare bene il loro lavoro.

Qual è il vostro compito?
Molte strade sono impraticabili quindi gli operai della squadra, a bordo delle frese da montagna portate dal Trentino, aprono vie di percorrenza per garantire almeno il passaggio a senso unico dei mezzi. Queste operazioni, relativamente semplici nelle nostre zone di montagna dove ai bordi delle strade innevate emergono i paletti gialli e neri ad indicare l'andamento dell'asfalto sottostante, qui sono complicate dal fatto che questo tipo di segnaletica manca totalmente quindi non è facile capire in che direzione va la strada. Inoltre c'è il problema della neve sui tetti, così pesante che rischia di sfondarli. Finora siamo saliti sul tetto di una stalla, di una discoteca e di un centro commerciale per scongiurare questa eventualità.

Quali sono le operazioni più importanti realizzate finora?
Ieri abbiamo impiegato un'ora per fare strada ad un'ambulanza della Croce rossa che doveva recuperare una signora bloccata in casa con l'urgenza di recarsi in ospedale. Qualche giorno prima, invece, abbiamo fatto largo ad un camion pieno di mangime destinato ad una stalla con 8 mila polli. Tutti i giorni siamo al servizio della protezione civile locale che ci istruisce sulle aree dalle quali sgomberare la neve per permettere a chi vive nelle case che si trovano lontane dalla strada principale di uscire e per consentire ad altri veicoli di trasportare la spesa a chi non si può muovere dalla propria abitazione.

A parte i disagi, come vive la popolazione questa nevicata straordinaria?
Anche se siamo lontani dal poter parlare di normalità, possiamo comunque dire che quantomeno non regna l'esasperazione. Al contrario, in giro si vedono scene pazzesche: snowboarder che scendono le discese dove solitamente passano le macchine, sciatori che fanno fondo sulla strada innevata a fianco di amici in sella a rampichini. Il paesaggio è molto suggestivo, una simile calamità naturale da queste parti non si era mai vista e fa strano pensare che questa stessa zona tra qualche mese sarà il regno della movida estiva.













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