Limiti ai mercatini delle pulci, hobbisti sul piede di guerra

Il Coordinamento spontaneo: «La proposta di legge vuole ridurre la partecipazione a 6 eventi all’anno. In Alto Adige e in Emilia Romagna si è scelta un’altra strada per boicottare chi fa vero commercio»


di Giuliano Lott


TRENTO. Le restrizioni all’attività degli hobbisti ha fatto arrabbiare l’intera categoria, riunita come Coordinamento spontaneo. Nei tredici articoli della finanziaria approvati dalla Seconda Commissione ci sono anche quelli che introducono il numero massimo di occasioni alle quali sia possibile partecipare (12 in due anni), alcune definizioni del prodotto (merci di modico o piccolo valore, ogni singolo prodotto non può superare i 100 euro e il totale della merce esposta un massimo di 1000 euro) e un tesserino identificativo che verrà rilasciato dal comune di residenza o dal capoluogo di provincia. Misure che secondo il Coordinamento minacciano di far sparire dal Trentino i mercatini delle pulci. «I mercatini, diffusi in tutta Italia e consuetudine decennale in molti Paesi d’Europa, sono nati come risorsa per valorizzare il territorio e offrono occasione di incontro, di coltivazione dei propri interessi hobbistici, culturali o amatoriali. Ed è indubbio che siano anche un sicuro richiamo turistico, tant’è che molti Comuni chiedono ad associazioni e Pro Loco di assumersi la responsabilità della gestione» attaccano gli hobbisti. «In Trentino basterebbe citare il mercatino dei Gaudenti, recentemente raddoppiato, quelli di Rovereto ed Arco, ai quali se ne affiancano altri minori, estivi o a ricorrenze più saltuarie in Val di Fiemme e Fassa, Val di Ledro, Villalagarina, Primiero, Val di Non ai quali si sono aggiunti quelli di Pergine Valsugana, Portela, Piedicastello e San Martino a Trento». In tutto più di cento appuntamenti in un anno, ma se passasse la proposta di modifica della legge, un hobbista avrebbe solo sei possibilità in un anno di partecipare. Nel vicino Alto Adige invece - segnalano gli hobbisti - i mercatini sono poco meno di 600 all’anno e non esiste alcun tipo di limitazione. Il Coordinamento hobbisti osserva che i mercatini hanno spesso per protagonisti «persone non abbienti, pensionati, uomini e donne espulsi dal ciclo di produzione, giovani che arrotondano la “paghetta”, e che con quel che raccoglie - spesso poche decine di euro - riesce comunque a pagarsi una bolletta o a permettersi piccole spese altrimenti impossibili». Il Trentino, si dice, si è solo adeguato alle regioni più avanzate, come l’Emilia Romagna, per porre dei limiti alle contraddizioni del fenomeno, cioè al proliferare di espositori che propongono merci «di smaccata provenienza commerciale». «Nessuno però dice che il 10 febbraio scorso la giunta dell’Emilia-Romagna ha fatto marcia indietro»: la delibera non si applica a chi vende oggetti propri, usati, altrimenti destinati alla dismissione o allo smaltimento. Per non far morire la realtà dei mercatini, il Coordinamento spontaneo hobbisti chiede l’aiuto di tutti, che possono avanzare proposte e suggerimenti scrivendo a mercpulcitn@gmail.com

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