Liceo Prati, i docenti chiedono il trasferimento della preside Pezzo
Lettera alla Provincia di una decina di professori dissidenti. Il clima pesante avrebbe anche spinto un docente in servizio da 26 anni a licenziarsi e altri a chiedere il trasferimento ad altre scuole. Ma arriva il niet della dirigente Ferrario che ha anche girato le loro lettere alla stessa Pezzo
TRENTO. Rivolta al Prati. Da mesi ormai ci sono molti docenti che chiedono il trasferimento della preside Maria Pezzo.
Hanno scritto più volte in Provincia, ma la dirigente del Dipartimento della Conoscenza Livia Ferrario non solo non li ha voluti incontrare, ma ha anche girato le loro lettere, con tanto di firma di una decina di professori dissidenti, alla stessa Pezzo.
I docenti, ancora lo scorso anno scolastico, sono anche andati a protestare in Comune, ma ancora nulla è cambiato. Così il consigliere provinciale dei 5 Stelle Filippo Degasperi ha sollevato il caso con un’interrogazione chiedendo per quale motivo la Ferrario non abbia neanche voluto sentire le ragioni dei professori che protestano e, anzi, li abbia trattati a pesci in faccia.
I docenti avevano scritto due lettere, la seconda dopo che Livia Ferrario non aveva risposto alla prima, denunciando un clima molto pesante che, a loro giudizio sarebbe stato creato dalla dirigente del liceo. Un clima che avrebbe anche spinto un docente in servizio da 26 anni a licenziarsi e altri a chiedere il trasferimento ad altre scuole. Una delle lettere era firmata anche da alcuni genitori che lamentavano l’accorpamento forzoso di due classi che era stato deciso dalla dirigente.
Le accuse nei confronti della dirigente sono varie, ma si imperniano su un’asserita, da parte dei docenti, difficoltà nei rapporti tra la dirigente e i professori. Nelle lettere si lamenta anche scarso rispetto per il collegio docenti.
Ma la Provincia ha risposto in maniera molto dura: «Non ritengo necessario un incontro con voi su tale tema. Le considerazioni da voi liberamente rappresentate non sembrano rilevanti, posto che la procedura non prevede il contraddittorio con i singoli docenti».