Letta a Vedrò: «Nulla sarà più come prima»

Il vicesegretario del Pd sul palco di Riva assieme a Dellai: «Monti? Sarà protagonista anche in futuro»



RIVA DEL GARDA. «L’esperienza Monti sta scadendo, ma il Professore dovrà essere uno dei protagonisti del futuro. Io dico no a Monti come Cincinnato: non deve tornare alla Bocconi e ai suoi campi. Perché Monti ha rappresentato la prima vera seria sfida alla leadership della Germania». Lo dice il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, aprendo insieme a Lorenzo Dellai a Riva del Garda l’edizione 2012 di Vedrò. Il fondatore del think tank bipartisan e numero due del Nazareno e il presidente della provincia autonoma di Trento hanno duettato nella cittadina trentina moderati dal giornalista Rai conduttore di Agorà Andrea Vianello. Sia per Letta che per Dellai «nella politica italiana nulla sarà come prima: non si torna al passato». Dellai ha sottolineato che «appuntamenti come quello di Vedrò servono alla politica per ritornare al paese e ai territori, ma non al localismo della Lega», mentre Letta ha auspicato «che si arrivi ad una politica competente».

«Per governare il nostro Paese c’è bisogno di renderlo più europeo. C’è bisogno di fare come in tutti i paesi europei dove si confrontano centrodestra e centrosinistra: e noi del Pd vogliamo costruire un centrosinistra come incontro tra progressisti e moderati», ha proseguito Letta. Quindi sulla polemica con il leader Idv conclude: «È Di Pietro che si è tirato fuori con le sue critiche al capo dello Stato».

«Noi siamo alternativi sia a Berlusconi che a Grillo. Il tema della democrazia posto ieri da Bersani è fortissimo. Grillo non risponde a domande non partecipa alla dialettica e per noi del Pd la partecipazione e la dialettica, domanda e risposta, sono un elemento fondamentale della democrazia».

E ancora: «È fondamentale cambiare la legge elettorale». Per Letta altrimenti «la politica perderà la legittimazione: non dare ai cittadini la possibilità di scegliere parlamentari significa far nutrire Grillo e l’anti-politica». Per questo il numero due del Nazareno schiera il Pd «a favore dell’accordo. Se il Pdl avrà paura si tirerà indietro, altrimenti in settimana in Senato si andrà avanti».













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