Legatissimo alla sua Mezzolombardo che lo piange unita 

Dalle passeggiate sul Fausior, alle domeniche sul Liston Borga considerava importante il mondo delle associazioni


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Tutta la borgata ha accolto attonita la notizia della morte di Rodolfo Borga, sindaco di Mezzolombardo per otto anni e attuale consigliere provinciale. Un sindaco che sicuramente ha lasciato un segno per il suo carisma e per la grande capacità e determinazione politica. Nel duemila, dopo cinque anni da consigliere di minoranza, ha coronato la sua ambizione di diventare primo cittadino della più numerosa borgata della Piana Rotaliana. Un primo cittadino dal carattere forte e determinato, a volte spigoloso, che lo ha portato spesso a scontrarsi con le minoranze. Allo stesso tempo persona onesta, appassionata e carismatica. Rodolfo Borga era sicuro di sé, convinto delle proprie idee, ma sicuramente non era un uomo altezzoso. Era uomo di popolo, sapeva stare in mezzo alla gente e ha saputo farsi voler bene da gran parte della cittadinanza. Potremmo scrivere da tutta la cittadinanza ma, diciamolo, diventerebbe un elogio poco credibile.

Nessuno piace a tutti. È comunque incontestabile il fatto che amava la borgata dove era nato, la sua “Mèzombart”, ed è incontestabile che amava vivere in mezzo alla “sua” gente, la gente del suo paese. Era un fumatore, ma la strada che da casa sua in via Milano al suo studio di avvocato sul “Listòn”, in pieno centro storico, la percorreva a bordo della sua bicicletta, fermandosi spesso a parlare con i suoi concittadini. Amava andare a piedi in Fausior, la montagna di Mezzolombardo, praticamente ogni domenica, e non mancava mai ad ogni festa lì fosse organizzata dalla locale sezione Sat o dai suoi amici “Forcoloti”, intesi come associazione ma intesi anche come abitanti di Mezzolombardo così come vuole la leggenda. Il mondo dell'associazionismo, peraltro, era da lui considerato importantissimo. Una delle sue iniziative è stata quella, nel 2000, di stimolare ed appoggiare la rifondazione della pro loco di Mezzolombardo. Amava la tradizione popolare e i suoi riti, come quello della partite a morra, gioco sanguigno nel quale era spesso coinvolto da protagonista ogni qualvolta ne capitava occasione. «Sicuramente gli è pesato - afferma la moglie Barbara Rigotti - in questi ultimi tempi quando la malattia non glielo ha più concesso, il non poter più andare a fare le sue camminate fino sul Fausior. Ci è andato fin quando ha potuto, le ultime volte impiegandoci il doppio del tempo di quando stava bene». Molti ieri sono andati nella stanza dell'hospice nel nuovo centro sanitario “San Giovanni”, dove ha passato i suoi ultimi giorni e dove ancora riposavano i suoi resti mortali, a salutarlo e ad abbracciare la moglie e le due figlie Ludovica e Benedetta. Quest'ultima incinta di un bebè che nascerà a giorni. Anche chi non ne condivideva le idee politiche, anche chi lo criticava, non può dire di lui che fosse persona disonesta o cattiva. Decisionista si. Convinto delle proprie idee e dei propri ideali, certo che si. Appassionato della politica e politico di razza.

In tantissimi lo piangono. Sarà impossibile questa borgata si dimentichi di lui.













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