Lega, Fugatti attacca: "Dellai ci minaccia con metodi mafiosi"
Il congresso di Rovereto ha confermato il segretario uscente e lanciato la campagna elettorale per le imminenti elezioni comunali
ROVERETO. Poche cravatte, tanti maglioni e capelli bianchi. Per una Lega dei vertici che cerca di formare la nuova classe dirigente c’è una base composta in maggioranza da anziani che rappresentano l’anima più genuina del partito. E’ tutto qui, rappresentato in questo simbolico passaggio di consegne tra generazioni, il momento di svolta e transizione che la Lega Nord sta vivendo oggi.
Lo si è colto con chiarezza al congresso di Rovereto. La città della Quercia non è stata scelta a caso. E’ qui, nel secondo centro del Trentino, che si gioca la battaglia più delicata della prossime comunali con la candidata del centrodestra, Barbara Lorenzi, che punta ad un risultato fino a pochi mesi fa neanche immaginabile: il ballottaggio. Ora (quasi) tutto è possibile dopo il successo nelle Regionali e l’onda lunga di quell’affermazione che può giungere anche qui. Il partito dovrà essere bravo a cavalcarla fino al 16 maggio. Per farlo, ieri ha scelto di rimettersi (terza volta) nelle mani del segretario uscente Maurizio Fugatti.
Nel suo discorso il segretario ha strappato applausi al popolo che ha gremito la sala della Filarmonica. Lo ha fatto parlando delle «bugie» del centrosinistra trentino e del Patt sulla volontà della Lega di mettere in discussione l’autonomia. Lo ha fatto soprattutto quando ha denunciato le «minacce» e i «ricatti» che i candidati della Lega starebbero subendo da parte di Dellai e degli assessori provinciali, da cui «arrivano precisi segnali ai sindaci di fare alleanze con chiunque, ma non con gli uomini della Lega». Si tratta, ha sostenuto il segretario, «di un sistema tipicamente mafioso, figlio di un modo di intendere la politica, quella dellaiana, tutto concentrato sulla gestione del potere e sul suo esercizio al fine del controllo elettorale. I trentini hanno paura di candidare con il centrodestra e con la Lega in particolare perché temono ritorsioni da parte di chi governa».
La riflessione politica non ha risparmiato qualche appunto anche agli alleati del Pdl, presenti in sala con i consiglieri provinciali Viola, Leonardi e con Mario Malossini: «Tutti - ha teorizzato Fugatti - dovremo fare un passo indietro sapendo che si deve partire da una piattaforma chiara che è quella formata dalla Lega e dal Pdl, senza cadere in ipotesi centriste e consociativiste», con un non velato riferimento all’accordo di Ala tra Pdl e Upt.