Le Torri e gli spazi verdi: un rapporto da ripensare

La concezione risale agli anni Settanta e oggi c’è la necessità di un “restyling” La commissione tecnica dell’Itea: «Servono aree attrezzate per l’uso quotidiano»


di Giulia Merlo


TRENTO. Sono chiuse in un immenso bozzolo di verde, le Torri di Madonna Bianca, con vialetti alberati ampi spazi di giardino tra una torre e l’altra, attorno agli asili, la scuola materna e la piscina. Uno spazio che, pur enorme in quanto a metratura, non è però molto vissuto dagli inquilini delle torri: c’è chi dice che sia stato monopolizzato da chi porta a spasso il cane, le famiglie lamentano l’assenza di parchi giochi per bambini e gli anziani preferiscono percorrere i viali meno accidentati.

Uno spazio da ripensare insomma, cui la commissione composta da tecnici dell’Itea, del Comune di Trento e dell’Università che si occupa del restyling del quartiere non ha potuto non guardare con interesse.

«Tutto questo verde è stato immaginato negli anni Settanta e oggi è necessario modificarne l’impianto, pur senza stravolgerlo – ha spiegato la dottoressa Claudia Battaino, membro della commissione – l’idea è quella di lavorare per creare un rapporto di maggior vicinanza tra le persone e lo spazio aperto, rendendolo utilizzabile per usi più quotidiani come per il gioco dei bambini, ma immaginiamo anche di poter creare degli orti urbani, che gli inquilini possano coltivare».

Utilità è il termine chiave, ma – assicurano i tecnici – il verde non verrà assolutamente ridotto: si adotterà la tecnica del rimboschimento e del diradamento mirato, creando alternanza tra zone d’ombra da attrezzare con panchine e spazi più aperti. «Stiamo immaginando più scenari di intervento, ma un’altra linea conduttrice è che il verde non va solo visto ma anche e soprattutto attraversato, per questo bisognerà implementare anche i vialetti interni, creando collegamenti tra le varie torri».

Il master plan di intervento, primo passo verso l’approvazione dei lavori di restyling, non è ancora pronto, ma sembra muoversi in sintonia con i problemi lamentati anche dai residenti: “É importantissimo che gli inquilini riprendano possesso degli spazi comuni, perché è in questi ambienti che si riesce a ricreare quel legame sociale e di quartiere che ora manca», ha spiegato Andrea Ferrandi, del comitato Noi Quartiere. «Qualsiasi intervento che renda il parco più fruibile sarà ben accetto e noi per primi ci siamo mossi in direzione di una riconquista del verde organizzando un pic-nic per i bambini delle scuole».

Altro intervento al vaglio della commissione, sicuramente più invasivo rispetto all’impianto originario, è anche quello di allargare artificialmente la superficie comune. «La pendenza del terreno è dell’11% - ha spiegato l’ingegner Michela Chiogna, presidente della commissione – e stiamo elaborando un progetto di terrazzamento che crei un piano-tettoia: sotto si possono creare dei parcheggi, sopra invece si allargherebbe ancora il verde attrezzato».

Il parco diventa una risorsa solo se viene ben utilizzato, dunque, altrimenti crea solo oneri di manutenzione, che devono essere già notevoli visto il numero di giardinieri del Comune ogni giorno all’opera, soprattutto in estate. Il verde non si tocca, quindi, ma verrà reso un po’ meno “selvatico” e più a misura di famiglia.

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