Le Poste di Sopramonte? Trasferite in via Gazzoletti

Ma l’addetta può soltanto consegnare le raccomandate e rimane inoperosa mentre i clienti «cittadini» devono attendere pazientemente il loro turno


di Luca Marognoli


TRENTO. “Qui solo Ufficio di Sopramonte”, recita il cartello collocato davanti a una delle cinque postazioni. Peccato che “qui” siamo alle Poste di via Gazzoletti, Trento. I clienti in attesa nella saletta sono una decina, tutti cittadini, ciascuno con il proprio bigliettino in mano, gli occhi puntati sui display che scandiscono i turni. Davanti allo sportello “intruso”, invece, non c’è monitor né coda e l’addetta sembra aspettare che qualcuno si faccia vivo. Lo facciamo noi: «Scusi, ho una casa a Sopramonte e mi chiedevo se dovrò venire qui in caso di necessità...». «Sì, ma solo per il ritiro delle raccomandate. Per tutte le altre operazioni, anche se è di Sopramonte, dovrà rivolgersi agli altri sportelli, prendere il bigliettino e aspettare».

Riassunto della situazione per chi non l’avesse ben chiara: gli impiegati lavorano alacremente per smaltire la coda, tranne una, inoperosa, in attesa che qualcuno scenda apposta da Sopramonte e solo per avere le raccomandate. Perché se dopo essersi fatto 11 chilometri quel “qualcuno” volesse anche spedire una lettera, dopo dovrà cambiare sportello e attendere il suo turno. Il “cittadino” che invece avesse la tentazione di rivolgersi all’addetta inoperosa, verrà respinto al mittente (alle Poste lo sanno fare bene) e magari pure guardato come uno che cerca di “fare il furbo”. Se non fossimo nell’efficientissima Trento, verrebbe da pensare che è il solito sistema “all’italiana” di gestire le cose. Ma finché le Poste non verranno provincializzate, come ha peraltro richiesto più volte Piazza Dante, resteranno Poste “italiane”, appunto, anche a Trento. Con tutti i suoi paradossi. La cosa più sorprendente è che questo accada quando si chiudono sportelli e si riduce il personale per fare economia. Poi quel personale, finisce parcheggiato in un altro ufficio, “ospite” fuori sede, e sta lì praticamente a fare niente. «Una presa in giro», commenta chi sta in coda. E, visto che ieri di Sopramonte non abbiamo incontrato nessuno, possiamo solo immaginare cosa pensino in Bondone dopo essere rimasti senza l’unico sportello del paese, con l’unica alternativa di recarsi in centro per le raccomandate.

Ciò che non difetta a Poste italiane sono addetti stampa cortesi. «Lo sportello dedicato alle raccomandate è stato aperto per cercare di venire incontro a chi viene da Sopramonte, evitandogli di dover attendere che gli altri facciano le loro operazioni per il ritiro», dice uno di loro. «Abbiamo scelto quello di via Gazzoletti perché è aperto anche il pomeriggio, fino alle 19. Se poi si possa organizzare diversamente il lavoro ci si può pensare, per agevolare tutti: il nostro obiettivo è di utilizzare le persone in modo che il servizio sia il più efficiente possibile».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano