Lavis, caccia ai vestiti usati dentro il portico del riuso
Successo a metà per «Ecologica-mente»: tanti visitatori per l’esposizione coperta ma poche persone interessate agli stand allestiti all’aperto lungo via Matteotti
LAVIS. Cielo grigio e, soprattutto, clima rigido non hanno invogliato la gente ad uscire, ieri per il ritorno della manifestazione «Ecologica-mente». «In effetti c'è poca gente», ha commentato ieri mattina Lorenzo Lorenzoni, assessore all'ambiente e regista politico dell'iniziativa.
Il centro storico, con i suoi laboratori e gli stand, ha visto poche persone interessate. Qualcuno in più il pomeriggio, praticamente deserto la mattina. Nessuno, ad esempio, per il laboratorio della sarta Manuela Bassetti, che voleva insegnare agli adulti alcuni trucchi per riprendere ago e filo. «Sono riuscita almeno a parlare con qualcuno - spiega - e a pubblicizzare il laboratorio che, in collaborazione col comune, terrò dal 5 novembre». Si chiamerà “Impara l'arte… con la sarta”, e in quel caso la speranza è che i partecipanti possano essere di più. Meglio è andata sabato pomeriggio, per la gimcana nel centro storico organizzata dal “Pedale Vittoria”, che ha visto una buona presenza di bambini e genitori. La mattina, invece, la passeggiata in collina con la Sat era stata annullata per il maltempo: sarà recuperata uno dei prossimi sabati.
Tornando alla giornata di ieri, si conferma invece il successo della “Festa del riuso”: vestiti, giocattoli e libri non più utilizzati, ridistribuiti al prezzo simbolico di un euro ogni cinque oggetti (i soldi raccolti andranno in beneficenza, a sostegno di Bondeno, Comune emiliano di recente colpito dal terremoto). In alcuni momenti della mattinata il portico di via Matteotti, dove gli oggetti erano esposti, è stato letteralmente preso d'assalto, con i volontari costretti a organizzare delle file all'ingresso, e a controllare che qualcuno non approfittasse dell’opportunità per fare incetta di oggetti.
Qualcuno fra gli avventori era già fuori ad attendere al momento dell’apertura, alle 10 del mattino, e si è letteralmente tuffato fra i vestiti, alla ricerca del pezzo migliore. Effetto della crisi, probabilmente. E di fatto anche se molti erano gli italiani, la maggioranza degli interessati erano quei lavisani di provenienza straniera, che sempre più abitano la borgata. Molti anche i bambini, alla ricerca di giocattoli, peluche o libri. Alla fine comunque non tutto è stato distribuito, i vestiti avanzati saranno dati alle associazioni di beneficenza. In conclusione, il bilancio della manifestazione è insomma quello di un evento riuscito a metà.
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