La Uil: modificare le norme sulle pensioni dei consiglieri regionali
«Versare 5 anni di contributi e ricevere poi la pensione è un privilegio che nessun altro ha nel mondo del lavoro»
TRENTO. Modificare le norme sui vitalizi e di eliminare quelli del passato per i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige-Suedtirol e per quelli provinciali. Lo chiede la Uil del Trentino in una lettera indirizzata ai presidenti del consiglio regionale e del consiglio provinciale di Trento e ai capigruppo regionali e provinciali.
«Diamo atto al nostro territorio - scrive il sindacato nella lettera, diffusa con una nota - di essere stato, anche su nostra pressante sollecitazione, tra i primi ad avere posto mano alla vicenda dei vitalizi e dei trattamenti dei consiglieri regionali. Peraltro abbiamo scoperto in questi giorni che, seppure ridotti, molti privilegi purtroppo resistono».
«È rimasta comunque la possibilità, per i consiglieri investiti dalla nuova riforma dei vitalizi - spiega il sindacato - di ottenere, col versamento di 5 anni di contributi, una pensione di importo pari a quella che percepisce un operaio dopo oltre 40 anni di lavoro. O è il caso dei vitalizi esentasse maturati in passato, che riguardano 185 ex consiglieri regionali (o loro eredi a cui è riconosciuta la reversibilità) e che pesano per oltre 12 milioni di euro ogni anno sulle tasche dei contribuenti, anche di quelli che una pensione non la percepiranno mai».
«In questo senso - conclude la Uil del Trentino - chiediamo un'iniziativa del Consiglio che cancelli questa offensiva ingiustizia. Il concetto di “diritti acquisiti” è caro al sindacato e a chi tutela i più deboli. Ma non crediamo che in questa fattispecie possano rientrare i vitalizi che alcuni percepiscono da oltre 30 anni avendo versato per 5».