La truffa arriva col catalogo

Decine di trentini ingannati: una firma e ci si impegna a spendere ben 10 mila euro


Mara Deimichei


TRENTO. Il primo approccio è telefonico. Cortesi ma insistenti, riescono spesso a fissare un appuntamento a casa. Qui, dopo avervi ubriacati di chiacchiere, vi fanno firmare una carta. «Così le arriva il catalogo delle nostre offerte a casa». In realtà ci si impegna, tramite un contratto, ad acquistare merce per tre anni al costo - minimo - di 3.500 euro ogni dodici mesi. Un raggiro da oltre dieci mila euro che ha già coinvolto decine di trentini ai quali non è rimasta altra carta in mano se non quella di denunciare i fatti alle forze dell'ordine.

La merce, a quanto pare, arriva realmente, ma il valore commerciale è pari a meno di un terzo. E, sopratutto, chi mette la firma, lo fa convinto di ricevere i cataloghi e non di dare già l'assenso ai futuri acquisti. A spiegare come funziona il giochetto è una donna che è riuscita a controllare per tempo quello che stava firmando ma che ha denunciato il tentativo di truffa. «La telefonata - racconta - mi è arrivata sull'utenza di casa e una donna mi ha detto di lavorare per un'azienda che effettua vendite per corrispondenza. Le ho chiesto di spedirmi il catalogo ma mi ha risposto che la politica aziendale era quella di mandare a casa un incaricato in modo che potesse illustrare tutti gli punti di forza. Io stavo per chiudere la telefonata ma, vista l'insistenza, alla fine ho fissato un appuntamento».

Il giorno dopo l'incaricato suona alla porta e dopo qualche insistenza dice il nome della ditta e quindi inizia a fare numerose domande sulla famiglia della signora compilando una scheda fatta passare come una sorta di sondaggio commerciale. «Quindi ha iniziato a parlami della strategia aziendale - prosegue il racconto - con gli sconti del 50 per cento rispetto alla grande distribuzione e l'accumulo di punti per aver altri vantaggi economici. Io chiedevo di poter vedere il listino della merce, ma mi è stato risposto che per questo sarebbe passato un altro incaricato. A questo punto ero veramente stranita per tutti questi passaggi ma l'incaricato non è stato in grado di darmi delle risposte sensate su questo punto. Alla fine della chiacchierata mi ha presentato un foglio da firmare in triplice copia che lui ha definito il modulo di adesione per poter ricevere il catalogo». Per sua fortuna la signora ha guardato bene quelle pagine piegate quattro volte e ha notato una scritta che l'ha allarmata: «contratto di adesione-contratto di acquisto». Si è rifiutata di firmare e l'uomo ha cercato di andar via portandosi dietro la carta che la signora ha però trattenuto e ha quindi consegnato alle forze dell'ordine.

Non tutti sono stati però «veloci» come questa donna e hanno ceduto alla parlantina svelta e pomposa di questi incaricati. E hanno apposto la loro firma. Solo dopo, dolo quando orami il danno era fatto, si sono resi conto di quello che era successo. Il contratto, infatti, li vincola ad acquistare presso la ditta oggetti - si tratta di piccoli elettrodomestici ma anche pezzi d'arredamento - spendendo un minimo di 3.500 euro all'anno. E di farlo per tre anni. Il modo per uscire da tutto questo c'è ma comunque la prima tranche va pagata. O intanto le denunce dei trentini raggirati stanno aumentando sempre più.













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