La Tassullo va ai trentini per 5,9 milioni
Ieri l’asta. L’offerta vincente (in realtà l’unica) è stata presentata dalla cordata guidata dalla Covi Costruzioni
TRENTO. Fumata bianca ieri mattina all’asta per la vendita dei rami d’azienda e dei marchi della Tassullo Materiali spa: con un’offerta di 5 milioni e 945 mila euro (in realtà l’unica offerta pervenuta) la società Miniera San Romedio Srl si è aggiudicata il lotto unico in cui erano riuniti i beni in vendita del gruppo della valle di Non. A presentare l’offerta c’erano Matteo e Roberto Covi, della Covi Costruzioni, rispettivamente presidente e consigliere della società Miniera San Romedio che hanno posto fine a una vicenda lunga e complessa, che in realtà attende ancora il pronunciamento della Corte di Cassazione sul fallimento della società, annullato dalla Corte d’Appello.
Ma in ogni caso una decisione della Cassazione potrà avere effetto solo sul patrimonio residuale - assicurano i curatori del fallimento - e non sui beni oggetto della vendita di ieri mattina. Con i 5,9 mililioni la cordata trentina si è aggiudicata il “ramo stabilimenti” della Tassullo che comprende gli stabilimenti di Tassullo e Mollaro, le cave di Pozzelonghe e Bouzen, il 77% del capitale sociale della Tassullo Beton srl e i crediti verso la stessa società, oltre al 70% del capitale sociale della Hd System e al 100% del capitale sociale della Ir srl. Ma del pacchetto fanno parte, naturalmente, anche le attrezzature e i silos, i contratti con i dipendenti che ancora lavorano per la Tassullo Materiali, i contratti con i dipendenti e i marchi di proprietà di Tassullo spa.
Non solo: ieri è passato di mano anche il cosiddetto “ramo gallerie” che comprende i diritti di superficie della miniera di Riomaggiore (in valle di Non), la galleria di accesso alla miniera, il 60 per cento del capitale della Cae, attrezzature, macchinari e i contratti dei dipendenti.
Nessuna offerta da parte della società formata dai dipendenti del Gruppo. Per il passaggio delle quote saranno necessarie alcune pratiche buroratiche che richiederanno alcune settimane, nel frattempo l’attività dello stabilimento prosegue, come è proseguita - in esercizio straordinario - anche durante i mesi travagliati del concordato e del fallimento. Attualmente i dipendenti della società sono una quarantina (meno di un terzo rispetto ai periodi migliori) e la loro speranza è che la cordata trentina assicuri (come promesso) la continuità occupazionale.
Il termine cordata si riferisce al fatto che all’interno della Miniero San Romedio srl c’è la partecipazione minoritaria di una serie di imprenditori e manager trentini come Giulio Misconel, Cesare Cattani, Alfredo Gabardi, Dennis Bonn e Roberto Covi oltre alla Tama di Giovanni Coletti.