La S. Spirito acquisisce la palazzina degli ex uffici
Scambio alla pari con il Comune: la casa di riposo cede l’alloggio al Marcadèl E si parte con il centro di psicologia in aiuto alle famiglie che assistono anziani
PERGINE. La direzione dell’Azienda pubblica servizi alla persona - Apsp S. Spirito ha raggiunto l’accordo con il Comune per l’acquisizione della palazzina ex uffici, all’entrata della struttura di via Pive. Una permuta alla pari, con cui il Comune dà alla S. Spirito l’edificio nel quale sono previsti posti letto per gli ospiti autosufficienti paganti e alloggi protetti e il deposito tettoia su via Filzi e la S. Spirito dà al Comune l’alloggio che ha sul Marcadèl e l’area dell’ex cabina elettrica, già demolita, su cui verranno realizzati una fermata per autobus e la piazzola per i rifiuti stradali.
È una delle novità che riguardano i progetti di potenziamento di strutture e servizi dell’Apsp, illustrati ieri dal direttore Giovanni Bertoldi e dal presidente del cda Marco Casagrande. «Da noi – ha spiegato Bertoldi – i passi nella direzione del sostegno alle necessità degli anziani esterni sono stati parecchi, anche cercando la collaborazione pubblico – privato. Un esempio è il progetto “Occhio alla salute”, per l’azienda a costo zero. Un’altra iniziativa che intendiamo portare avanti è l’attivazione di un centro di psicologia, che sarà di aiuto alle famiglie con problemi di assistenza agli anziani. Da ricordare le progettazioni di altre strutture per servizi, per le quali si attende il finanziamento. Oltre all’acquisizione della palazzina ex uffici, ecco il centro Alzheimer nell’ampliamento della struttura di via Pive e il centro diurno sotto al polifunzionale».
In riferimento al recente convegno tenuto in via Marconi sullo sviluppo delle ssa, sul tema del discusso «assegno di cura» il direttore ha chiarito quali sono le ripercussioni sulle Aziende di servizi alla persona, tra le quali anche l’Apsp S. Spirito di Pergine: «Noi, come Upipa – Apsp, in relazione alla proposta dell’assegno di cura, che conta su 12 milioni di euro, pensiamo che possa creare anche opportunità di mercato e crediamo giusto, in un momento di crisi, che i contributi a “pioggia” siano destinati alle famiglie, usando dei voucher finalizzati, spendibili cioè solo in servizi accreditati, per badanti, per servizi di fisioterapia, cure mediche».
Il direttore illustra anche tre ipotesi, sulle quali si sta lavorando a livello di strutture di accoglienza: «Spostare le risorse sulla domiciliarità, ad uso delle famiglie, cercando prima di fare informazione ai componenti dei nuclei familiari o alle badanti che si occupano dell’anziano; realizzare poi presso le rsa una sorta di pronto soccorso, dove le famiglie possono trovare soluzioni immediate ai bisogni più urgenti dell’anziano, con un centro notturno dotato di letti per superare il periodo di necessità e di bisogno. Infine, dare ulteriore spazio ai servizi di assistenza che riguardano la somministrazione dei pasti, la fisioterapia, le cure alla persona, rivolte chiaramente ad anziani esterni, realizzando presso le rsa un centro servizi».
Infine, l’accenno a un intervento politico che consenta rapidità negli interventi con la semplificazione delle procedure amministrative.
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