La richiesta al Comune di Trento: “Assemblee di cittadini contro la crisi climatica”
Frannie Cassarà ha protestato davanti a palazzo Thun e Andreas Fernadez (Europa Verde) proporrà di inserire l’idea nello statuto comunale
TRENTO. «La crisi climatica ci minaccia tutti: chiediamo le assemblee dei cittadini». Con questa richiesta scritta a pennarello su un grande cartellone di cartone, Frannie Cassarà, attivista del gruppo ecologista Extinction Rebellion, ha realizzato nei giorni scorsi la sua dimostrazione solitaria davanti a palazzo Thun, in quella che il collettivo ambientalista definisce una "Rebellion of One", "Ribellione di uno".
L’obiettivo era quello di chiedere all’amministrazione comunale l’istituzione ufficiale delle “assemblee dei cittadini”, organismi deliberativi di democrazia partecipativa in grado di formulare proposte per rallentare e fermare la crisi ecologica in corso.
Crisi che mostra il suo spaventoso impatto anche alle nostre latitudini, come dimostrano le recenti alluvioni in Germania, Belgio e Olanda.
Composte da numerosi esperti e cittadini estratti a sorte, le assemblee civiche hanno l’obiettivo di portare la cittadinanza ad esprimere direttamente proposte in grado di incidere sul cambiamento. Già sperimentate in Nord Europa e formalizzate in Francia attraverso la Convention citoyenne voluta dal presidente Macron, di recente il Comune di Bologna ha istituzionalizzato le assemblee inserendole nel suo Statuto municipale. Frannie Cassarà e il gruppo locale di Extinction Rebellion chiedono che il Comune di Trento faccia lo stesso: «Inserendo le assemblee dei cittadini nello Statuto, il Comune di Bologna ha di fatto reso vincolanti le proposte avanzate dalle assemblee - ha spiegato Frannie - Il consiglio comunale dovrà convalidarne le decisioni e quando non lo farà dovrà spiegarne pubblicamente le ragioni».
Non l’ennesimo organismo consultivo, ma una ridefinizione dei meccanismi decisionali: «Non abbiamo bisogno di nuovi “sfogatoi” - commenta Frannie - dove la parola dei cittadini non conta nulla, ma di luoghi di discussione e di indirizzo politico».
La preoccupazione di Frannie parte dal suo essere insegnante: «Sono preoccupata per il futuro dei giovani, che saranno sempre più coinvolti da eventi climatici estremi, come quelli visti di recente in Germania. Ma la crisi climatica richiede di affiancare alla protesta anche la ricerca di soluzioni. E le assemblee dei cittadini vanno in questa direzione».
Frannie indica come alcuni consiglieri comunali abbiano espresso interesse verso la proposta: «Sarà presentata una mozione in aula e noi vigileremo sulla sua attuazione.
D’altronde da parte del ceto politico è anche una mossa furba in quanto il contrasto ai cambiamenti climatici richiederà anche decisioni impopolari: il fatto che i decisori politici possano usare l’alibi che la decisione arriva “dal basso” potrebbe facilitarli nel compiere le scelte più coraggiose e necessarie».
Ad esprimere pubblicamente il suo sostegno all’ipotesi delle assemblee civiche, è il consigliere comunale di Europa Verde Andreas Fernandez: «Le assemblee dei cittadini funzionano e possono essere istituite per affrontare numerosi temi. Il criterio di casualità con cui vengono selezionati i partecipanti all’assemblea consente di rappresentare in maniera fedele lo spaccato della società».
Fernandez ha promesso che si impegnerà per l’inserimento delle assemblee nello Statuto del Comune: «Presenterò una mozione a riguardo. Il fatto che le assemblee entrino nello Statuto è fondamentale perché esse non abbiano solo un carattere consultivo ma vincolante ed in grado di formulare proposte concrete».
All’obiezione che esistano già gli organismi elettivi deputati alla risoluzione dei problemi della cittadinanza, Fernandez risponde: «Con le assemblee civiche si affianca alla politica un punto di vista più vicino al sentire dei cittadini, andando a rispondere al frequente rimprovero che si fa ai politici di essere distanti dai problemi quotidiani».
Appare tiepida la risposta del sindaco Franco Ianeselli che alla proposta di inserire le assemblee dei cittadini nello Statuto comunale, sembra preferire un rilancio delle istituzioni già esistenti: «Osserviamo sempre con attenzione quello che accade in altri comuni e siamo interessati a valorizzare le esperienze di democrazia partecipativa - assicura il primo cittadino - Ma non dobbiamo dimenticare che esistono istituzioni elette direttamente dai cittadini che sono già deputate a svolgere i medesimi compiti. Inoltre non si dimentichi il ruolo delle circoscrizioni, che vorrei non fossero più un "parerificio" ma l'autentico luogo di vicinanza tra i bisogni dei cittadini e l'elaborazione politica».
Per Ianeselli le istituzioni di prossimità possono fare la loro parte per favorire la transizione ecologica: «Pensiamo per esempio ai lavori di via Suffragio, volti ad avere una città senza auto. È una risposta al problema inquinamento ed un modo per ripensare la città con nuovi parametri».