La Rai di nuovo all’attacco delle speciali
Questa volta è stato Massimo Giletti a spiegare all’Italia come gli Statuti siano dei privilegi. Ma i numeri lo smentiscono
TRENTO. Evidentemente Massimo Giletti non voleva essere da meno di Bruno Vespa e nel suo programma della domenica pomeriggio, «L’arena» ha tirato fuori di nuovo la questione delle autonomie speciali. E se Porta a porta non ha avuto dubbi nel sentenziare che le autonomie non hanno più radione di esistere, Giletti ha deciso di andarci più pesante: «Privilegiati per Statuto: così le regioni speciali ingrassano con i nostri soldi». Questo era il titolo del confronto televisivo a cui era stato invitato il presidente siciliano Crocetta. Nessuno a difendere il Trentino, che pure è stato additato tra coloro che «ingrassano» a spese degli italiani.
Se mai si erano placate le polemiche contro Vespa, la trasmissione gilettiana porterà ad un ulteriore compattamento delle forze politiche in difesa dell’autonomia. La risposta che sarà data è nei numeri, quelli che il presidente Rossi e il suo collega altoatesino Kompatscher porteranno il 28 gennaio al ministro Delrio per cominciare a fare i conti in vista di giugno, quando si firmeranno gli accordi tra Stato e Regioni. Una prima reazione è quella di Civettini, Lega, che provoca chiedendo di rendere autonomo anche il canone della Rai.
Ma è ovvio che il confronto va fatto in altre sedi. Se quello di far capire l’autonomia rimane un problema culturale - e forse qui c’è anche un po’ di responsabilità di Trento e Bolzano che non sempre riescono a spiegare fuori dai confini cosa vuol dire essere terra di confine e di integrazione - quello delle cifre non può essere distorto. Ed ecco i conti che verranno portati a Roma (dove pure c’è carenza di cultura autonomista). Se l’Alto Adige rimane un gradino sopra al Trentino, nemmeno a sud di Salorno le cifre sfigurano. Dei 9,1 miliardi versati in tasse (dati del Ministero dello sviluppo economico), 8,6 tornano sotto forma di spesa pubblica sul territorio. Il resto finisce nel pozzo senza fondo del debito statale. L’Alto Adige fa ancora meglio cedendo 1,4 miliardi. Tra le regioni speciali, anche il Friuli lascia la sua parte a Roma. Diverso, invece, il discorso per le altre autonomie: la Valle d’Aosta costa di più di quello che rende (110%), così come la Sicilia (122% e scuola e sanità pagati dallo Stato), e la Sardegna (+124%). Non è quindi un problema di risorse o di autonomie, ma da come queste vengono gestite, con buona pace di Giletti. Ed è su questo confronto che si giocheranno i rapporti con lo Stato centrale nei prossimi determinanti incontri con Roma. ©RIPRODUZIONE RISERVATA