La Provincia studia sgravi dell'Irap

Approvata a Roma la norma di salvaguardia dello Statuto


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Dopo mesi di cattive notizie sul fronte manovra, la Provincia può tirare un sospiro di sollievo. Ieri in commissione, al Senato, è stato approvato all'unanimità l'emendamento che introduce nella finanziaria la clausola di salvaguardia dei principi dello statuto di autonomia e dell'accordo di Milano. Intanto la giunta studia misure per la crescita, a differenza del governo.

Il presidente Dellai lo ha annunciato ieri mattina: «La manovra è fragile perché non introduce misure strutturali, non è equa socialmente e non dedica nulla alla crescita. Noi, invece, stiamo studiando come aumentare la crescita. Non avendo competenza sulle imposte, l'unica leva che possiamo sfruttare è l'Irap. Abbiamo intenzione di introdurre sgravi per le imprese che investono e che assumono. Spazio ce n'è. Abbiamo già percorso questa strada per le imprese che versano i contributi per la cassa integrazione e per gli enti bilaterali».

Il gettito dell'Irap, che è l'imposta che colpisce le imprese basandosi anche sul numero dei dipendenti, in Trentino è di 179 milioni, con un'aliquota media che è del 3,44 per cento contro il 3,90 per cento nazionale. La giunta conta di scendere ancora, arrivando in media ben sotto il 3 per cento. L'intervento sarà fatto sull'aliquota e non applicando detrazioni dal momento che la Provincia non ne ha la competenza. Per meritare lo sconto le imprese dovranno investire.

Ma la giornata di ieri è stata dedicata soprattutto a guardare con attenzione quello che stava accadendo a Roma. Dellai ha ringraziato il senatore Giorgio Tonini che lo teneva informato sui lavori romani. Nel pomeriggio è arrivata la prima soddisfazione dopo mesi di rospi ingoiati. In commissione è passata la norma che salva le autonomie. La norma dice che le misure previste dalla manovra siano applicate nel rispetto degli statuti, delle norme di attuazione e dell'articolo 27 della legge 42 del 2009, ovvero l'accordo di Milano. «Questa norma - ha commentato Dellai - esplicita un principio giuridico fondamentale: il rispetto cioè degli speciali statuti di autonomia. Non si tratta di una norma di privilegio, ma di rispetto dei principi costituzionali».

Non è che la Provincia con questa norma si sottrarrà ai sacrifici, ma almeno potrà partire da una posizione di vantaggio nelle trattative, visto che i tagli non potranno essere imposti: «Con questa norma partiremo da una posizione migliore nella trattativa. In base all'accordo di Milano abbiamo già partecipato allo sforzo di risanamento con tagli per 254 milioni. Adesso potremo farli valere, anche se non tutti». Dopo lo sconto di 60 milioni dell'altro ieri e i 59 milioni già pagati, al Trentino tocca un sacrificio di 225 milioni all'anno. Considerando i 254 già tagliati con l'accordo di Milano, non si dovrebbe dare nulla, ma la speranza è che i soldi già dati servano a ridurre il nuovo sforzo. Di quanto sarà la trattativa a dirlo. Ieri ha espresso soddisfazione anche il senatore Giacomo Santini del Pdl che si è dato da fare anche lui per l'approvazione della norma.

L'emendamento, però, non attenua di molto il giudizio di Dellai sulla manovra: «A Roma si naviga a vista. La manovra è fragile perché non è strutturale, oltre a essere iniqua socialmente ed istituzionalmente. Chiede a Regioni, Comuni e province uno sforzo sproporzionato rispetto al loro bilancio, mentre lo Stato contribuisce molto di meno, in percentuale. Ma è una manovra sbagliata perché serve solo al pareggio di bilancio, ma non mira a ridurre lo stock del debito. Sono convinto che per farlo non c'è alternativa alla patrimoniale. Qualsiasi altra soluzione è un tampone. E poi non c'è niente per sostenere la crescita della nostra economia».













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