La Provincia degli «incarichi speciali»
Concorsi per dirigenti e direttori. Ma molti degli attuali resteranno senza ufficio
TRENTO. «Non sono e non saranno conferiti incarichi a dirigenti collocati in pensione e condivido l'opportunità di valorizzare la dirigenza interna in vista della prossima riorganizzazione delle sue strutture». Se pensate che lo abbia detto il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, ovviamente vi sbagliate: le cronache sono zeppe di polemiche sull'inamovibilità dei suoi principali collaboratori, anche oltre la quiescenza. No, sono parole pronunciate in una sede più autorevole di piazza Dante. Camera dei deputati, mercoledì 7 marzo, question time. Sul banco del governo siede il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Al quale la giunta provinciale in passato ha assegnato prestigiosi incarichi (e messo a disposizione un elicottero per raggiungere Roma il giorno del giuramento).
L'ex presidente di Cassa del Trentino e del Comitato per la finanza locale risponde a un'interrogazione dell'Italia dei valori. Parla della Presidenza del Consiglio, della «riorganizzazione delle singole strutture amministrative, anche a seguito delle risultanze della revisione della spesa». E in quest'ambito, spiega, il premier Monti ha appunto «ritenuto opportuno non confermare coloro che risultavano in pensione». Dirigenti, riorganizzazione, revisione della spesa: a Dellai saranno fischiate le orecchie. Un processo simile sta infatti interessando anche la Provincia: snellimento della macchina burocratica, ridisegno di dipartimenti, servizi e uffici, nuovi incarichi.
Con esiti in alcuni casi già messi nero su bianco. Come vedremo, non senza polemiche. Il punto di partenza sta nei numeri che mesi fa aveva fatto pubblicamente l'assessore al personale Mauro Gilmozzi: quasi 500 le posizioni "duplicate" in Provincia, un centinaio delle quali solo al palazzo dell'Istruzione, dunque da falcidiare via via negli anni attraverso il blocco del turn-over. Riorganizzare, razionalizzare, ridurre. Per farlo, la consulenza della prestigiosa società Deloitte: che da mesi sta analizzando la situazione dell'intera burocrazia provinciale, dai dipartimenti agli uffici, attraverso colloqui e osservazioni "dal vivo", per poi proporre un nuovo modello organizzativo. Che parte dall'alto.
Il primo passo il 24 febbraio scorso, con gli incarichi di vertice individuati dalla giunta provinciale. Dopo il direttore generale Ivano Dalmonego, 11 dipartimenti guidati da Nicolò Pedrazzoli (Avvocatura), Fulvia Deanesi (Affari finanziari e programmazione), Fabio Scalet (Affari istituzionali e legislativi), Paolo Nicoletti (Agricoltura, turismo, commercio e promozione), Marco Tomasi (il neonato dipartimento della Conoscenza, in sostanza scuola e cultura), Paolo Spagni (Industria e artigianato), Raffaele De Col (Lavori pubblici e trasporti), Livia Ferrario (Lavoro e welfare), Silvio Fedrigotti (Organizzazione, personale e affari generali), Roberto Bertoldi (Protezione civile) e Romano Masè (Territorio, ambiente e foreste). Poi quattro Agenzie: Laura Boschini alla Protezione ambientale, Fabio Berlanda all'Energia, Claudio Moser all'Incentivazione delle attività economiche e Paolo Nardelli alla Depurazione.
Il giro di vite sui dipartimenti lascia ovviamente diversi dirigenti con il cerino in mano. Cioè senza incarico. La soluzione è quella di sempre. E qui vengono le prime note dolenti. Gli incarichi speciali. Oppure detti "incarichi a progetto". Prima dello scorso febbrio, erano già tre quelli assegnati a dirigenti generali: Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità (Luciano Malfer), Grandi opere civili (Alessandro Zanoni), Attuazione della riforma istituzionale (Patrizia Gentile). Ora si sono aggiunti quelli affidati a Mauro Fezzi (Politiche agricole nazionali e comunitarie), Andrea Segatta (Valutazione impatto regolamentazione), Sergio Bettotti (Reti telematiche), Fabio Angeli (Verifica delle attività di società di trasporto) e Nicola Cenname (Rapporti con le parti sociali).
Questi ultimi due sono prossimi alla pensione e tutto lascia prevedere che i loro rispettivi progetti saranno ben presto ricollocati all'interno dei dipartimenti di riferimento. Confermando così la natura tutt'altro che "speciale" di progetti e incarichi, spesso in questi casi involucri vuoti inventati per non lasciare con le mani in mano chi si ritrova, dopo la riorganizzazione, senza più nulla da fare. Sta proprio per accadere, come vedremo, al primo dipartimento per il quale il riassetto è già stato definito nel dettaglio. L'elenco complessivo degli incarichi speciali attualmente attivati è sterminato, tutti affidati dalle giunte Dellai negli ultimi 15 anni. Sono 19 quelli per dirigenti, e si va dal supporto «alle funzioni della direzione generale della Provincia» a quello «per la progettazione legislativa», passando per l'incarico «per la Convenzione delle Alpi». Addirittura 25 invece gli incarichi speciali di direttori, e qui si spazia dal supporto «giuridico-istituzionale» fino a quello «giuridico amministrativo», in un ventaglio che offre anche un incarico per «l'assistenza legale della Provincia nel settore penale».
D'altra parte, non si sa mai. Il dipartimento della Conoscenza. O «delle conoscenze», per citare una battuta ultimamente molto in voga a palazzo Gilli, motto di spirito che evoca presunti occhi di riguardo per chi, appunto, vanta "conoscenze" più che "Conoscenza". Ma bando agli scherzi, perché qui si è già fatto sul serio. La riorganizzazione partirà a giorni, in delibera il giorno stabilito è sabato prossimo 31 marzo. Quindi, al netto del week-end, da lunedì prossimo. Due i dirigenti "superstiti", Roberto Ceccato e Laura Pedron, quest'ultima con contratto a scadenza a fine legislatura (la legge permette al presidente di assumere con questa forma una piccola quota di dirigenti). A restare con il cerino in mani di cui sopra è Maurizia Zadra, per la quale non è stato ancora individuato alcun incarico. Ovviamente "speciale". Tanto che domani la giunta sarà convocata pressoché esclusivamente per trovarle una sistemazione, in una mattinata già fitta di incontri istituzionali per Dellai e i suoi assessori: in piazza Dante, per dire, arriverà una folta delegazione cinese. E si sa, di questi tempi, quanto conti Pechino.
Ma il riassetto del dipartimento interessa ovviamente anche gli uffici. Dieci quelli ridisegnati, con accorpamenti sorprendenti per mole di lavoro, ma anche con notevoli innovazioni in termini di competenze. Ma ciò che conta sono i direttori esclusi dal nuovo assetto. Sono quattro. Per i quali, sorpresa, ecco spuntare altrettanti incarichi speciali. Oltre alla conferma di quello relativo all'Attività di controllo sulla formazione professionale, tre nuovi incarichi di Supporto al dipartimento: il primo per il personale Ata, il secondo per le assegnazioni del personale e, dulcis in fundo, il terzo «con riferimento alle problematiche giuridiche». Sarà il tempo a dire quanti andranno a costituire strutture effettivamente funzionali nel disbrigo dell'attività amministrativa oppure se, come sembra, si riveleranno semplici "parcheggi" per direttori in attesa di altre destinazioni.
I concorsi non finiscono mai. Proprio come gli esami di Eduardo De Filippo. Sono una decina quelli per dirigenti e direttori banditi dalla Provincia a partire dallo scorso ottobre, quando la Deloitte era già molto avanti nella propria consulenza riorganizzativa. Il che appare curioso: servono davvero nuove figure di vertice quando all'orizzonte si profila un riassetto che lascerà molti di loro senza incarichi (meglio: con incarichi "speciali"), costringendo a una ricollocazione? Sono tre i dirigenti di cui, stando ai concorsi attivati, sembra avere bisogno ora la Provincia, addirittura sette i direttori. Spiega Silvio Fedrigotti, dirigente generale del personale: «Rispetto alla riorganizzazione in atto, si tratta di concorsi di più lunga durata che riguardano posizioni per le quali la giunta ha indicato la necessità di nuove figure direttive».
E circa la possibilità, nei prossimi mesi, di ritrovarsi con una pletora di dirigenti e direttori "parcheggiati" in incarichi speciali dalla dubbia utilità, spiega che «al termine dell'intero processo il saldo potrebbe anche essere negativo». Non è detto, insomma, che ovunque verrà applicato il modello di tagli Deloitte pensato per l'Istruzione, anzi, per la «Conoscenza». Senza considerare il problema relativo alle competenze di chi si ritrova senza più ufficio o servizio, magari strutturalmente non collocabile altrove proprio per via del profilo professionale maturato in tanti anni. «Il problema comunque c'è, è un argomento all'ordine del giorno», ammette Fedrigotti. Ed è già molto, vista la delicatezza del tema e la diplomazia che è richiesta al suo ruolo. Dopo l'Istruzione toccherà ai Lavori pubblici ed entro fine anno l'intera Provincia sarà ribaltata come un calzino.
D'altra parte le Comunità di valle premono alle porte, referendum permettendo: chiedono competenze e, con esse, personale. Il che spiega molto della riorganizzazione. E se solleverà qualche mugugno, come sta accadendo al dipartimento della Conoscenza, pazienza: «Lì è stata effettivamente data un'accelerata e le accelerate fanno sbandare - conclude Fedrigotti - ma terremo la macchina in strada». La prudenza al volante è comunque garantita. Alla guida siede infatti un pensionato: il direttore generale Ivano Dalmonego. Lo è dal 2008, ma in questi anni Dellai non ha voluto farne a meno. Chissà che cosa ne pensa il ministro Giarda.