La pizzeria che mette d'accordo copti e musulmani
"Alla Mostra" sono rappresentate 10 nazioni diverse, ma mai uno screzio: «Qui collaborano musulmani e copti: altrove si ammazzano»
TRENTO. Sette lingue diverse e più di dieci nazionalità, sono la realtà multietnica della pizzeria ristorante «Alla Mostra» che da un anno e mezzo è stata rilevata da Amedeo Mayredi che ha origini egiziane, tunisine ed italiane. Ogni collaboratore ha una sua storia personale. «Le faccio un esempio. Tra i miei dipendenti c'è un musulmano ed un cristiano copto che hanno un meraviglioso rapporto di collaborazione. Al momento Trento è ancora una città relativamente tranquilla, ma non vorrei mai che ad essere troppo espliciti si possa incorrere in qualche problema. Pochi giorni fa a Milano dei musulmani estremisti hanno picchiato degli arabi cristiani all'interno della loro chiesa. Nessuno ne ha parlato, ma è successo». Ed allora partiamo dal barista Heigl, origini tedesche da parte di padre, ma mamma italiana. Lo aiuta Christian Vettorazzi, trentino. Amir è un cameriere di padre trentino, ma di mamma palestinese. Il pizzaiolo (“cresciuto” per dodici anni alla scuola della pizza napoletana) è marocchino. Mentre il lavapiatti è arabo Cristiano copto e lavora insieme ad una trentina doc, Rita Andreatta che parlando solo in dialetto ha «costretto» tutti ad impararlo. Antonio è lo chef pugliese che ha sposato una romena. L'aiuto cuoco è italiano, Valentino Stringari. Il cameriere Enzo Leonardelli è di mamma argentina e di padre trentino, mentre tra gli ex dipendenti ci sono stati anche ucraini, moldavi e bielorussi. Così le lingue correttamente parlate al ristorante «Alla Mostra» sono tedesco, francese, inglese, spagnolo, arabo e dialetto trentino; ma convivono anche sei diverse religioni: musulmana, ortodossa, copta, evangelica, protestante e cattolica. Amedeo Mayredi ha messo insieme una sorta di torre di Babele, con un intreccio incredibile di storie di immigrazione e emigrazione. «Non è stato voluto. Quando ho rilevato dalla famiglia Zanetti un'attività che nel 2017 compirà cent'anni, mi sono messo alla ricerca del personale ed attraverso il passaparola sono arrivati questi splendidi ragazzi. Quasi tutti hanno radici trentine il che vuole dire che c'è stata una storia di emigrazione e poi di immigrazione». Lo stesso Mayredi ha sposato la dottoressa Silvia Muzio – medico condotto a Mezzolombardo e Nave San Rocco che ha la mamma francese ed il padre bresciano, ma il nonno era un Pedrotti di Trento. Amedeo Mayredi ex perito industriale si “coccola” la sua creatura soddisfatto di riuscire a contribuire al mantenimento di tante famiglie: «Diciamo che l'investimento l'ho fatto per mio figlio che frequenta l'alberghiero. Per adesso mi accontento di contribuire al mantenimento di queste famiglie e conservare quel clima di serenità che abbiamo sul posto di lavoro». E per capire il clima, basta un esempio: «Il ragazzo musulmano ha uno spazio per pregare . Un giorno stavamo ridendo ed il copto ci ha zittito ricordandoci che c'era chi pregava. Un'altra volta era una serata di gran lavoro ed il pizzaiolo era solo. Il ragazzo copto ha lasciato i piatti da lavare ed è andato ad aiutarlo. A fine serata il musulmano vista la pila di piatti da lavare, è andato ad aiutarlo. Nessuno aveva chiesto nulla. E pensare che in altre parti del mondo si ammazzano». (d.p.)