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La “pace a scuola”: all’Arcivescovile la piccola profuga ucraina aiutata in classe da una compagna russa

Una bella storia di inserimento scolastico: la bambina è scappata con la madre da Mykolaiv ed è arrivata a Trento dove vive la nonna



TRENTO. La pace si costruisce anche a scuola: all'Arcivescovile di Trento una bambina scappata dall’Ucraina in guerra ha trovato tra i banchi una sua coetanea di madre russa che la aiuta nella comprensione delle lezioni e nelle attività scolastiche.

La piccola profuga ucraina e sua madre sono partite agli inizi del mese di marzo da Mykolaïv, città a circa 130 chilometri da Odessa, e sono arrivate a Trento dopo un viaggio di alcuni giorni. Qui hanno raggiunto la nonna della bambina che lavora presso una famiglia.

All’Arcivescovile la bambina è stata accolta con entusiasmo da tutta la classe e ha cominciato a seguire le lezioni grazie alla conoscenza della lingua russa e al prezioso aiuto della sua compagna di classe.

“Vi ringrazio – ha detto oggi (17 marzo) l’assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti rivolgendosi alla classe – per come avete accolto la vostra nuova compagna; è molto bello che l’abbiate fatta sentire a casa. Anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo siete riusciti a mandare un grande messaggio di pace e amicizia. Questa è un’esperienza che vi accompagnerà in tutto il vostro percorso di crescita”.

Alla visita hanno partecipato anche il Rettore dell’Arcivescovile Bruno

Daves, il preside Christian Bonazza e il vicepreside Gianpietro Guerra.

All’Arcivescovile intanto è arrivata ieri la richiesta di ulteriori due iscrizioni per ragazzi di 10 e 16 anni anch’essi provenienti dall’Ucraina.

“Ho già seguito – ha spiegato l’assessore Bisesti – alcuni inserimenti nelle nostre scuole e devo dire che il sistema sta rispondendo bene, sia a livello di dirigenti e di corpo docente che anche dei ragazzi, che hanno voglia di accogliere nel miglior modo possibile chi è scappato dalla guerra. Credo che il Trentino stia facendo quello che deve fare, ovvero accogliere a braccia aperte e con il cuore”.













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