la storia

La nonna impara a usare il computer e scrive un libro

L’ex maestra di Zambana corona il proprio sogno: a 86 anni esce «Una grande famiglia nata da un piccolo seme»


di Rosario Fichera


ZAMBANA. Realizzare i propri sogni è sempre possibile, ma soprattutto non è mai troppo tardi. Basta volerlo. Un esempio? Quello di Bice Moser, 86 anni, maestra di Zambana, che dopo più di due anni di ricerche e d’intenso lavoro, ha coronato il sogno di scrivere un libro sulla storia straordinaria della sua numerosissima famiglia. Un sogno per il quale ha imparato a usare anche il computer. Il libro (241 pagine), avvincente, ricco di particolari, di fotografie e redatto in bella prosa, è intitolato “Una grande famiglia nata da un piccolo seme”.

«L’ho scritto - racconta l’autrice - affinché le vicende vissute faticosamente dai nostri familiari non si perdessero nella notte dei tempi. Ero curiosa di conoscere dove e come sia nata la grande pianta della mia famiglia, così rigogliosa da mettere radici tanto profonde e salde da sostenere un’enorme quantità di rami e di frutti che, se oggi il suo capostipite, mio padre Ernesto, potesse vederla, conta 15 figli, 41 nipoti, 78 pronipoti e 9 tris nipoti».

Ma il libro va sicuramente oltre le intenzioni dell’autrice, perché descrivendo il contesto sociale e storico degli avvenimenti e dando voce ai protagonisti, acquista il fascino di un vero e proprio romanzo storico, attraverso il quale si può conoscere e studiare uno spaccato della storia del nostro territorio, da fine Ottocento ai nostri giorni. L’idea di raccontare la storia della famiglia di Ernesto Moser e della moglie Silvia de Vulcan (Bice è stata la quinta dei loro 15 figli) è nata nel 2011, durante un pranzo con tutti i parenti per festeggiare il cinquantesimo anno di vocazione religiosa di una delle sorelle dell’autrice, suor Mirella.

«In quell’occasione - racconta Bice - ci siamo accorti di essere veramente in tanti, più di cento familiari, senza contare i pronipoti che erano rimasti a casa. Don Vittorio Zanotelli, parroco di Pressano e Lavis, presente alla festa, mi suggerì allora di scrivere la storia della mia famiglia. L’impresa, a più di 80 anni, mi sembrò subito ardua, quasi impossibile, anche per le conseguenze della malattia invalidante che mi aveva colpito trent’anni fa. Poi dopo averci pensato e ripensato, avendo ancora innato il gusto del sapere, ricercare e ricordare, ho preso in mano una penna e ho iniziato a scrivere su dei quaderni di scuola, confidando nell’aiuto dei parenti, soprattutto di mio fratello Renato. Ma ben presto i miei nipoti mi hanno detto: “Nonna, ma non puoi scrivere un libro sui quaderni, devi usare il computer”. Così ho imparato a usarlo e alla fine, con impegno, in due anni ho completato l’opera».

Bice ha insegnato in varie scuole elementari, tra le quali sette anni a Caoria di Canal San Bovo e, dal 1971, per dieci anni a Zambana, dove si è poi trasferita a vivere con la madre e al fratello Renato, appassionato e bravo viticoltore. Tuttavia la sua famiglia è originaria di Palù di Giovo, dove nel 1736 il capostipite di tutti i Moser attuali, un carpentiere di nome Tomaso, si trasferì dopo che la sua casa di Faida di Piné fu distrutta da una frana.













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