l’iniziativa

“La luna di Kiev” decorata dagli alunni diventa un grande striscione appeso sulle scuole trentine

La poesia di Gianni Rodari ispirazione di pace. Le maestre della Vela: “I bambini sanno che le divisioni non hanno senso, ci sediamo in cerchio e parliamo tutti insieme” (nella foto le elementari di Pietramurata)


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Decine di bambini intingono le loro mani nel colore e le premono su un grande lenzuolo bianco: creano così una bandiera della pace, mandando una carezza alle vittime della guerra in Ucraina. È questo uno dei lavori realizzati dai bambini della Scuola primaria San Vigilio-Vela (Istituto Comprensivo Trento 6).

Ma non solo, diverse scuole elementari trentine stanno prendendo parte all’iniziativa partita come un tam-tam da una scuola di Terni: di fronte a ciascuna scuola viene appeso un grande drappo su cui sono scritte le parole della poesia “La luna di Kiev” di Gianni Rodari. Sta poi ai bambini decorare quel drappo con un disegno, un augurio, una parola. Perché, come recita la poesia di Rodari, la luna è una sola per tutto il mondo, come unico è il cielo. Di fronte alla luna le differenze etniche perdono qualunque significato.

«Chissà se la luna

di Kiev

è bella

come la luna di Roma,

chissà se è la stessa

o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!

– la luna protesta –

non sono mica

un berretto da notte

sulla tua testa!

Viaggiando quassù

faccio lume a tutti quanti,

dall’India al Perù,

dal Tevere al Mar Morto,

e i miei raggi viaggiano

senza passaporto”.»

La maestra Katia Degasperi della Scuola primaria San Vigilio-Vela ci ha raccontato in che modo gli insegnanti delle scuole trentine stiano cercando di accendere una luce nell'oscurità di questi giorni, dando ascolto alla domanda angosciata dei bambini: "Cos'è la guerra?". Così, le maestre partono dalla poesia di Rodari: «È una filastrocca che parla di pace, perché con i bambini vogliamo parlare di pace, non di guerra», spiega la maestra Katia, che sottolinea come i bambini sembrino intuire spontaneamente la verità contenuta nella poesia di Rodari: «I bambini sanno che le divisioni non hanno senso e lo sanno meglio degli adulti. Quando devono definire cos’è la guerra, le parole che usano più spesso sono: “La guerra è una cosa stupida. Stupida e inutile”, dicono».

La maestra Katia precisa che la trattazione di questi temi avviene solo su sollecitazione dei bambini: «I bambini percepiscono questa guerra come vicina, perché magari la loro nonna ha la badante ucraina o nella classe c'è un bambino originario di uno dei paesi coinvolti. Tutto comincia con un confronto che parte dalle domande dei bambini. Non anticipiamo mai questioni che i bambini non sono pronti ad affrontare. Quando vediamo che sono desiderosi di un confronto, ci mettiamo in ascolto delle loro domande. Quello è il momento in cui ci sediamo in cerchio e cominciamo a parlare tutti insieme».

In un secondo momento, maestri e scolari si mettono al lavoro per trasformare i pensieri in qualcosa di pratico su cui i bambini possano cimentarsi. E l'idea di realizzare tutti insieme il grande striscione con le parole di Rodari è sembrata subito efficace: «Ogni classe può avere un suo lavoro particolare, magari da appendere sulle pareti dell’aula, - ha spiegato la maestra Katia - Ma il grande striscione con la poesia di Rodari viene realizzato da tutta la scuola per poi essere appeso fuori dall’istituto scolastico».

In più, la Scuola primaria San Vigilio-Vela ha realizzato anche la grande bandiera della pace con le impronte delle mani di bambini e adulti. Persino lo schema dei colori è stato pensato con cura: «Viola per la classe prima, blu scuro per la seconda, blu chiaro per la terza, verde per la quarta, giallo per la quinta, arancione per il personale ausiliario e rosso per gli insegnanti - ha spiegato la maestra Katia - E alla fine la bandiera è stata cucita dai bambini di quinta».

In questo percorso attivato nelle scuole trentine c’è già una data segnata sul calendario: «Martedì 8 marzo alle ore 11 ci sarà un flash-mob nei cortili di tutte le scuole, - ha annunciato la maestra Katia - La proposta è quella di recitare tutti insieme la poesia di Gianni Rodari. Nella riunione svolta per coordinare le iniziative c'erano circa quaranta scuole trentine rappresentate».

Lo sforzo degli insegnanti è quello di tradurre in gesti quotidiani l’educazione alla pace: «Cerchiamo di trasmettere il valore della pace in un modo che possa essere compreso dai bambini e applicato nelle relazioni, - indica la maestra Katia - Soprattutto nel gioco, dove cerchiamo di trasmettere un approccio collaborativo e non competitivo, come insegnava Maria Montessori». La maestra Katia riflette sull’importanza cruciale di trasmettere ai bambini il messaggio educativo più giusto in queste settimane: «Noi grandi non possiamo fermare questa guerra, ma chiediamo a loro, i piccoli, di non arrivare mai a ripetere i nostri errori».













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