La giunta boicotta l’antisciopero

Negata l’autorizzazione ad aprire nel pomeriggio Agenzia del lavoro e Centri per l’impiego


di Lorenzo Di Domenico


TRENTO. C’erano una volta gli scioperi: astensioni collettive dal lavoro da parte di subordinati che creavano non pochi problemi alle aziende o alle amministrazioni. Oggi esistono invece nuovi metodi di protesta, più pungenti, più intelligenti, che si sostituiscono al tradizionale metodo di scioperare in favore di una giornata di lavoro diversa, gestita autonomamente dai lavoratori. Proprio questa era l’idea dei dipendenti dell’Agenzia del lavoro del Trentino, che, guidati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, avevano indetto per ieri uno “sciopero intelligente”: i manifestanti avrebbero dovuto infatti lavorare anche durante il pomeriggio, fuori dal loro orario quindi, per protestare contro la decisione della Provincia di riorganizzare l’Agenzia stessa senza prendere minimamente in considerazione le idee, i pareri e le proposte dei dipendenti.

Il condizionale è però d’obbligo: nel corso della mattinata di ieri, infatti, la giunta provinciale ha negato l’autorizzazione relativa all’apertura straordinaria dell’Agenzia del lavoro e dei Centri per l’impiego. Un comportamento quantomeno curioso, considerando il fatto che tutti i dipendenti aderenti allo sciopero avrebbero lavorato gratuitamente, fornendo un importante servizio a tutte le persone in difficoltà che ogni mattina si accalcano all’esterno dei Centri per l’impiego. Gli organizzatori di questo “anti-sciopero”, che sarebbe servito anche per sensibilizzare la cittadinanza nei confronti degli utili servizi erogati dall’Agenzia, non si sono però arresi e la protesta si è spostata all’esterno, nel piazzale del Centro per l’impiego di via Maccani.

La riorganizzazione dell’Agenzia del Lavoro in questione prevede, tra le altre cose, il trasferimento delle competenze e del personale dei Centri per l’impiego alle Comunità di Valle, lo scorporo dell’Osservatorio del mercato del lavoro per trasferirne la competenza al Servizio statistica ed un depotenziamento della funzione di programmazione per quanto riguarda le politiche del lavoro.

«La cosa importante da sottolineare - hanno spiegato Roberto Valcanover (Cisl) e Stefano Galvagni (Uil)- è che questa iniziativa intelligente e diversa dal solito è partita dai lavoratori stessi durante l’assemblea di venerdì scorso. Questa proposta di riorganizzazione dell’Agenzia del lavoro è un tentativo di frammentazione del servizio, che, in tempi di crisi come quelli attuali, andrebbe invece potenziato. In tre anni la percentuale di disoccupati nella nostra regione è triplicata, c’è sempre più lavoro per il personale dell’Agenzia, che chiede solo di essere coinvolto nel processo di innovazione, invece di essere scavalcato».

Tra gli altri possibili cambiamenti in vista per l’Agenzia del lavoro (che verranno comunque eventualmente deliberati dalla nuova giunta provinciale) c’è lo spostamento della sede da via Guardini a piazza Venezia. A tal proposito Paola Dossi, una dipendente dell’Agenzia, ha voluto sottolineare che «lo spostamento della sede in piazza Venezia comporterebbe molti problemi, non solo per i dipendenti, ma anche per gli utenti stessi, a causa di maggiori spostamenti e problematiche relative ai parcheggi».

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