La frana di Termeno fa il giro del mondo
L'enorme masso che si ferma a pochi centimetri dalla casa - anziché sbriciolarla, come avvenuto all'adiacente fienile - diventa un’immagine virale, postata sui maggiori siti d'informazione del mondo
BOLZANO. Sul sito facebook del Wall Street Journal (1,9 milioni di "mi piace") la notizia della frana di Termeno ha raggranellato oltre duemila condivisioni e quasi 230 commenti. Sul "Guardian" online le condivisioni sono state 1.800: come su Mashable, blog americano di culto. In Italia, con la fotogallery dell'evento, Repubblica.it ha collezionato quasi 4.500 "consiglia" e oltre 600 tweet. Tradotto: una frana spettacolare ma non devastante (nessun morto né ferito, danni limitati) nella frazione di un piccolo paesino dell'Alto Adige è diventata una notizia di portata mondiale.
Noi qui abbiamo cercato di capirne il perché, e di raccontarvelo.
La frana fotografata dall'alto, nel suo percorso sino al fondovalle (Taerom)
La cronaca.
Un'enorme frana precipita alle 20.39 di martedì 21 gennaio dalla montagna sopra Ronchi, frazione di Termeno. Quasi 4 mila metri cubi di roccia e materiale argilloso che, staccatisi dal costone del colle, sfiorano soltanto le abitazioni del fondovalle. Il macigno più grosso, di circa 400 metri cubi, si fermato a due passi dall'uscio del maso Freisinger, lasciando illese le quattro persone della famiglia che lo abita.
«E' stato un miracolo - spiega il sindaco di Termeno Werner Dissertori (foto) - perché il macigno, grande quanto la casa stessa, si è fermata a un palmo dall'edificio, che è del 1650 ed è di proprietà dei frati austriaci di Maria Luggau. Questo grosso masso fa parte di un più ampio distaccamento di materiale che è precipitato da una quota di circa 800 metri. Oltre al masso che ha "graziato" il maso, altre due porzioni di roccia sono scese più a valle. Una, di 75 metri cubi è finita nel fienile del Freisinger, sfondandolo e distruggendo il trattore dei proprietari. Un altro masso, di circa 160 metri cubi, ha attraversato i vigneti e i terreni agricoli, abbattendo piante e filari e fermandosi a una cinquantina di metri dalla Strada del Vino e da un piccolo nucleo di costruzioni».
Dove siamo.
Partiamo dalle indicazioni geografiche: la frana è scesa dal Monte Roen su Ronchi, Frazione di Termeno. Qui potete vedere con Google Earth le principali coordinate di questa porzione del territorio altoatesino: l'Oltradige con i suoi centri (Caldaro, Termeno, Cortaccia) circondati dai vigneti celebri per il vino bianco Gewurztraminer, il Traminer aromatico. Quindi il fiume Adige e, quasi parallela, l'autostrada del Brennero: a ovest verso Trento, a est verso Bolzano. Sull'altro versante orografico, al di là del fiume, c'è la Bassa Atesina: Egna, Ora e Salorno.
Da Google Earth a Google Maps: qui una mappa interattiva che indica anche il tragitto compiuto dalla frana. Cliccate sui "palloncini" rossi per la descrizione dei luoghi indicati, oppure spostate il mouse all'interno della mappa stessa.
E adesso?
Bisogna mettere in sicurezza la montagna, ovvio: da lassù potrebbero staccarsi altri massi. Non sarebbe certo la prima volta. Guardate questa foto: nel cerchio, il masso precipitato il 21 gennaio. La freccia indica invece un vecchio macigno. Sarebbe stata una tragedia annunciata, insomma. L'Alto Adige ha un alto rischio franoso, da sempre. Negli ultimi decenni molte pareti sono state bonificate o irrigimentate, ma è ovvio che non si può "cinturare" un intero territorio perlopiù montano. Non si dovrebbe costruire laddove il pericolo potenziale è accertato e certificato. Ma il maso è lì dal XVI secolo...
Il primo disgaggio.
Una carica di esplosivo di 30 kg di dinamite applicata al torrione pericolante poco a monte della frazione di Ronchi sopra Termeno, fa saltare in aria una parete di roccia, ma il risultato non è quello desiderato. I tecnici del tritolo non sono riusciti a “minare” per intero il torrione alto una quindicina di metri dal quale si erano staccati i due giganteschi massi, uno dei quali, il più grande di 400 metri cubi, si era arrestato a un metro dalla porta d’ingresso del maso “Freisinger”. Ecco il video dell'esplosione:
Ma tutto questo non basta: servirà una seconda esplosione. Lo spiega il geologo, qui:
Il secondo disgaggio.
Un'altra esplosione controllata, per demolire la torre instabile. poi iniziano iniziati i lavori di pulizia e bonifica del versante a ridosso delle pareti rocciose di corona. Sono stati identificati 20 blocchi instabili (dai 2 ai 15 metri cubi di volume l'uno) lungo il ripido pendio. Sono poi iniziati i lavori di disgaggio con esplosivo dei blocchi.
Ma a fare il giro del mondo sono le immagini aeree della frana.
Sono incredibili ed eccezionali, per due motivi. Il primo è questo qui sotto: se la frana fosse caduta da un altro punto, avrebbe fermato la sua corsa tra i vigneti del fondovalle. Con la sua traiettoria, invece, è finita esattamente sul maso, l'unico della zona.
La montagna gioca a bowling con la casa... e fa (quasi) strike http://t.co/569BPow8Pj via @alto_adige #termeno pic.twitter.com/YBBjdnJyPV
— paolo cagnan (@PCagnan) 25 Gennaio 2014
Il secondo motivo dell'eccezionalità della frana è questo, guardate bene:
Uno dei macigni ha sventrato il fienile (abbandonato), sbriciolando le sia pur vecchie strutture. L'altro, questo qui sopra, si è fermato per miracolo a meno di un metro dalla casa che avrebbe potuto frantumate, come burro. Persino l'auto parcheggiata a lato della strada è stata graziata.
Google Earth e le foto dei droni: la nostra ricostruzione.
E così, dal Guardian a Repubblica, da Mashable al Wall Street Journal, è tutto un fiorire di fotogallery, che trasportano Termeno al centro del mondo, o meglio al centro della rete:
LE IMMAGINI SCATTATE DAI DRONI: GUARDA LA FOTOGALLERY QUI
Diventa inaspettatamente popolare persino il gruppo Facebook - decisamente "local" che si attiva per una raccolta di fondi tra la popolazione per aiutare la famiglia di Herbert Trebo, mezzadro del maso Freisinger: "Grandi massi hanno devastato gran parte del rustico, dove si trovavano dei macchinari agricoli. Inoltre sono stati devastati gran parte del vigneto intorno la casa, che sono stati impiantati in tanti anni di lavoro faticoso. Visto che gran parte dei macchinari è distrutto, e ci vorrà del tempo per la bonifica del terreno, il danno si proseguirà anche per gli anni futuri.
"Ci vorrà ancora del tempo finche la famiglia composta da cinque persone può ritornare in casa, perché a tutt’ oggi c’è ancora il rischio che altri massi pericolanti e instabili rendono la zona pericolosa. Si parla di danni di diverse centinaia di migliaia di Euro, che una famiglia da sola non può far fronte. Prego aiutate anche Voi, con un donazione alla famiglia Trebo per poter tornate a una vita normale".
Perché tutto questa popolarità? Certo, la storia del maso "graziato" c'è tutta. Ma la chiave di volta per capire lo spazio che questa vicenda ha avuto in Rete, la sua "viralità", è un'altra e sta tutta in questo video. Guardatelo, poi ne riparliamo...
La potenza evocativa dei droni.
Esatto: è un video girato con un drone dalla società meranese Tareom, creata nel maggio dell'anno scorso e in realtà votata alle riprese a scopi turistici e di marketing immobiliare, come dice anche il suo acronimo: Tourism and Real Estate Online Marketing. Il suo drone ha sorvolato l'area della frana, filmando e scattando le immagini che sono rimbalzate sui principali siti di news del mondo. Siamo ormai entrati a pieno titolo nell'era dei droni, insomma. Senza regole, all'italiana. Amazon sostiene che presto arriverà a usarli persino per recapitare le pizze a domicilio. Per ora, in Italia se ne fa uso soprattutto per il monitoraggio del territorio e il marketing turistico. Il video e le foto sono state realizzate con un drone quadricopter che montava una GoPro, simile a questo: