La “doccia” per salvare i frutti: lo spettacolo fra gli orti in affitto a Trento sud
Il lavoro di Armando Ciurletti con gli appezzamenti dati ai cittadini e le sue arnie
TRENTO. Il ghiaccio di queste notti ha costretto i coltivatori, soprattutto nella piana dell’Adige, quindi anche nelle campagne di Trento Sud, ad accendere gli impianti di irrigazione per evitare che le piante di melo, già in piena fioritura, venissero irrimediabilmente compromesse dall’anomalo calo di temperatura che ha portato a diversi gradi sotto zero.
In val di Non hanno acceso pure le lanterne, come nella piana Rotaliana, invece Armando Ciurletti, a Trento Sud, ha acceso gli impianti di irrigazione. E i getti d’acqua, nel controluce del primo mattino, hanno creato uno spettacolo davvero sorprendente. Ed Armando Ciurletti, con le sue foto scattate in vari momenti, mostra oltre alla bruciatura causata sui fiori dal gelo della notte, dove la pianta non è stata protetta dal gelo creato dall’acqua e soprattutto le arnie con le api, importantissime in questo periodo dell’anno per impollinazione dei preziosissimi fiori.
Ciurletti “era diventato famoso” circa sei anni fa, quando aveva avuto l’idea, quasi banale nella sua semplicità, di affittare un pezzo di terra a privati per coltivare, in un appezzamento di 50 metri quadrati, insalata, pomodori e zucchine, nella splendida campagna di Trento Sud, di fronte al PalaTrento.
Certo, il Comune da qualche anno aveva avuto “la stessa pensata”, affidando gratuitamente mini orti ai pensionati ma allora arrivò la proposta dell’Armando, titolare dell’azienda agricola da 16 mila metri quadrati e di un B&B. Un’attività, quella agricola, praticata da oltre cento anni partendo dal nonno ed arrivando ai giorni nostri. Sempre qui, ai Giaroni, dove di fronte c’era un grande bosco di acacie che arrivava fino all’Adige e poche case storiche.
Ora, con la pandemia che lutti e disperazione sta gettando nel mondo da oltre un anno, il coltivare la terra è diventato prima un gesto non praticabile, dal momento che lo scorso anno con il lockdown non si poteva uscire di casa, poi per la difficoltà di muoversi. Ma per fortuna le disposizioni ministeriali poi hanno fatto chiarezza ed hanno consentito sempre e comunque lo spostarsi, anche in comune diverso da quello di residenza, per prendersi cura di campi, coltivazioni, vigneti, frutteti e quindi anche orti. Ma comunque nonostante lo spazio ci sia, Armando quest’anno ha deciso di affittare solo le porzioni di terreno più vicine alla strada e già recintate, ai tradizionali clienti degli anni scorsi.
Anche quest’anno, nonostante l’anomalia del tempo, con le gelate di queste notti appena trascorse, si è partiti col 1° aprile ed alcuni lotti, quelli storici, affittati ormai da anni, sono già occupati. Ciurletti proviene dal mondo della cooperazione, è stato direttore responsabile delle Famiglie cooperative sia a Miola di Pinè che a Strigno, poi nel 2001 – aggiunge – “quando non mi sono più riconosciuto in alcune scelte, ho ripreso in mano l’azienda agricola. Abbiamo ristrutturato la casa di famiglia, sistemato quella che un tempo era la stalla e realizzato il B&B, in cui proponiamo i nostri prodotti per le colazioni, con mia moglie si interessa di erbe officinali”.
L’idea degli orti è stata quella di offrire la possibilità di un hobby, di trascorrere del tempo all’aria aperta, mangiare con soddisfazione ciò che si produce e soprattutto socializzare. La pandemia ci ha obbligati a stare a casa, ad evitare gli assembramenti a non andare al bar, al ristorante, non si dialoga più, tutti “parlano” solo con lo smartphone. In prospettiva, quando termineranno le restrizioni e tutti saranno vaccinati, si potrebbe realizzare una piccola farm, un laboratorio per le scuole, per far comprendere ai ragazzi il valore della natura e la fatica ma anche la soddisfazione che si prova a coltivare la terra.