La crisi ferma la corsa ai contributi
Soini amareggiato: per il risparmio energetico stanziati quasi 7 milioni, richiesto soltanto poco più di un milione e mezzo
ROVERETO. I milioni di euro a disposizione dei residenti della Vallagarina sono quasi sette ((esattamente 6,7) ma al momento ne verranno distribuiti soltanto poco più di un milione e mezzo. Pochi, pochissimi coloro che hanno fatto domanda per i contributi casa destinati al risparmio energetico. «Ci siamo allarmati vedendo queste cifre, quanto in altre Comunità di valle tutto il budget è andato esaurito in poco tempo - afferma sconsolato Claudio Soini, assessore ai lavori pubblici, edilizia, patrimonio - Sono diversi i fattori che hanno contribuito a questa situazione, primo tra i quali sicuramente la situazione di grave crisi economica che frena gli investimenti, che lascia molte incertezze sul futuro. Sono convinto che molti temono la perdita del posto di lavoro e quindi rinunciano anche ai contributi. Poi le banche che, complice la situazione di incertezza, sono meno restiee a concedere prestiti. Per non parlare dell’Imu che ha un effetto disastroso per il mercato immobiliare...»
Insomma se non si può parlare di flop (per quanto riguarda la Vallagarina) del piano provinciale per la riqualificazioni energetiche degli edifici poco ci manca. Dei 45 milioni di euro a livello provinciale per la Vallagarina ne erano stati assegnati 6,7 divisi tra la categoria «giovani coppie e nubendi» e la «generalità» Due percorsi separati come due erano le finestre per la presentazione delle domande: la prima dall’1 marzo al 16 aprile, la seconda dal 15 maggio al 29 giugno. «Nel primo periodo non è andata benissimo con soltanto 55 domande: 26 per la generalità, 16 per la generalità senza Icef e 13 per giovani coppie per un impegno di 1,5 milioni di euro. Dal 15 maggio ad oggi le richieste di contributo sono state soltanto 11. E mancano pochi giorni alla chisura dei termini. A meno di un improbabile boom - ammette Soini - non impegneremo tutti i 6,7 milioni. Cercherò di fare il possibile perché questi soldi restino in Comunità di valle da porterli utilizzare sempre per le politiche abitative con formule diverse: non prometto nulla ma sarà una mia battaglia».
Ma cosa non ha funzionato in questo piano? Perché così poche le domande di contributo? «Secondo me ci sono delle criticità tecniche. L’utilizzo dell’Icef ha condizionato molto ed ha causato qualche dissesto. Solo se si rientra nella forbice da 0,15 a 0,39 si ha diritto al contributo al fondo perduto dal 30 al 40% mentre chi è sotto o sopra ha rinunciato a presentare domanda per l’esiguità dei contributi. Quindi - spiega Soini - in tanti si sono autoesclusi. Poi aggiungiamo l’obbligo di presentare la concessione edilizia o la Dia spesso con tempi lunghi per il rilascio e il dubbio di non riuscire ad accedere al contributo. Infine qualche professionista ha remato contro, non tutti i tecnici sono stati brillanti fino in fondo per garantire tempi veloci». Insomma aspetti burocratici e tempi difficili dal punto di vista economico ed occupazionale hanno raggelato le aspettative di chi sperava di far riprendere, proprio grazie ai contributi, il settore dell’edilizia in crisi gravissima.
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