La compagnia aerea fallisce Trentini bloccati in Islanda 

Viaggio con “sorpresa”. Giorgio Lever è in vacanza con la moglie e i due figli: «Abbiamo scoperto che la Wow Air ha sospeso i voli. Mille euro per il nuovo biglietto per tornare a casa»


Luca Marognoli


Trento. Nel bel mezzo di una bufera di neve che li ha colti durante una visita al Thingvellir National Park, la grande pianura dove nel 930 fu fondato uno dei primi parlamenti del mondo sorta su una frattura dovuta alla deriva dei continenti, la famiglia Lever ha appreso ieri da internet, per puro caso, che il suo volo di ritorno da Reykjavik era stato cancellato. Che nella bufera era finita anche la compagnia low cost islandese Wow Air, la quale proprio ieri ha annunciato di avere cessato le proprie operazioni. E che la deriva evidentemente non era cessata, visto che la compagnia, fondata da Skuli Mogensen e specializzata in voli a prezzo molto basso tra Nord America ed Europa, avrebbe lasciato a terra i passeggeri su due continenti.

La notizia online

«Erano le 10.30 e mio figlio guardando internet ha trovato la notizia: Wow fallita, 5 mila persone a terra», racconta Giorgio Lever, ex dipendente del giornale “Trentino”, oggi pensionato e organizzatore della fiera “Mondo Donna”, in vacanza in Islanda con la moglie Antonella e i figli Matteo, informatico a Berlino, e Stefano. «Dovevamo tornare domenica mattina da Reykjavik con partenza alle 6 e arrivo alle 11.40 a Berlino e con secondo volo nel primo pomeriggio su Treviso. Ovviamente si è scatenato il panico, con i siti che sono saltati. Noi siamo riusciti con grande fortuna a trovare un volo per Berlino, per lunedì, con Icelandair, la compagnia di bandiera islandese, e martedì con Easy Jet per Treviso, spendendo mille e passa euro (l’andata e ritorno con Wow ne era costati 400, ndr) che non ci darà indietro nessuno».

Tappa in Germania

In questo periodo non ci sono voli diretti per l’Islanda dall’Italia: così Giorgio e famiglia ne ha approfittato per fare tappa nella capitale tedesca, ospiti per un giorno di Matteo. «Sabato scorso - continua - abbiamo raggiunto l’Islanda, dove tra l’altro c’è stato un colpo di coda dell’inverno: doveva esserci la primavera e invece abbiamo trovato bufere di neve. Nel primo pomeriggio hanno riattivato il sito di Wow, dando disponibilità a trovare voli alternativi, ma noi ci eravamo già arrangiati. E per fortuna! Il rischio è che ti facciano tornare il 10 aprile su Zurigo... Il tutto nel silenzio assoluto di Wow: nessuna mail, abbiamo scoperto tutto noi».

La brutta sorpresa ha raggiunto anche altri visitatori del National Park: «È scattato il passaparola e tutti i turisti sono andati in agitazione: i voli - che già c’erano solo ogni due giorni - diventeranno introvabili».

Compagnia alla deriva

Il fallimento di Wow Air è arrivato dopo sei mesi di negoziati turbolenti per vendere la low cost, prima al principale rivale, la compagnia di bandiera islandese Icelandair, e poi ad Indigo Partners, società americana che opera con la compagnia Wizz. «Non mi perdonerò mai di non aver agito prima», ha detto Mogensen in una lettera ai dipendenti. «Wow era chiaramente una compagnia incredibile ed eravamo sul punto di fare ancora cose fantastiche».













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