La Civica Trentina dice sì alla Valdastico

Borga e Dalledonne hanno presentato il loro soggetto politico per le provinciali Dicono: «No alle Comunità di valle, ma è tempo di fare le unioni tra i Comuni»


di Marika Caumo


BORGO. «O ci si aggrega o si perde in partenza, solo una coalizione può ribaltare l'attuale forza al governo provinciale. Faremo tutto il possibile per verificare la disponibilità di altri. E se c'è una candidato più credibile, posso fare un passo indietro». Le parole sono quelle di Rodolfo Borga, candidato presidente di Civica Trentina alle prossime provinciali.

Mercoledì sera nella sala Paternolli del Municipio ha presentato il progetto di questo partito di centro destra creato per smuovere le acque, «un movimento che si sta strutturando, di fronte ad un Trentino che dovrà cambiare», ha spiegato, parlando di un epoca che si chiude. «Non c'è più Dellai, che con i suoi pregi e difetti per 15 anni ha gestito il Trentino da uomo solo al comando, con un modello dirigente. Una persona carismatica e forte, ma senza di lui questo modello non è riproponibile», ha aggiunto. Con lui il sindaco Fabio Dalledonne, portavoce di Civica Trentina. Poco meno di una trentina le persone in sala, tra questi il consigliere comunale di Trento Claudio Cia, Bruno Donati (candidato con Mir alle nazionali), Stefania Segnana (Lega Nord), l'assessore Rinaldo Stroppa, il presidente del Consiglio Edoardo Rosso e l'assessore Enrico Galvan, coordinatore di valle dell'altro nuovo movimento politico, Progetto Trentino. Come a far capire che un accordo per una grande coalizione forse è possibile. D'altro canto sia Dalledonne sia Borga sono stati chiari: da soli non si va da nessuna parte.

«Siamo un movimento territoriale lontano dalle logiche politiche nazionali. Certo abbiamo una nostra identità e dei valori su cui non possiamo transigere, però non siamo nati per andare da soli, dobbiamo cercare di far prevalere il senso di responsabilità e mettere insieme una coalizione autonomista, territoriale, alternativa alla sinistra - ha continuato Borga -. Finora l'autonomia è stata lasciata in mano ad un solo partito, ma non ha l'esclusiva». Accordo si dunque, ma non a tutti i costi, evitando l'errore fatto nel 2008 «quando si misero insieme tutti e il contrario di tutti. Lo stesso vale per la mia candidatura, se c'è la disponibilità di altri, se c'è un candidato più credibile, affidabile, che incarna la voglia di cambiamento e che sulla base di dati oggettivi ci fa vincere, faccio un passo indietro», ha concluso Borga. Tra i punti programmatici, il sì alla Valdastico («E' stato un errore anche politico clamoroso dare a botte col Veneto per questa questione, ora la paghiamo tutta», ha commentato Borga), il no a Metroland, l'abolizione delle Comunità di valle, il ritorno di potere ai Comuni, i quali però devono ragionare in ottica di gestione associata per certi servizi, ma anche per le unioni di Comuni i tempi sono maturi. Quindi rivalutare il ruolo delle Regioni, no al «business dell'assistenzialismo», modificando i criteri per la concessione di contributi alle famiglie e no al clientelismo politico.

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