la bimba morta di malaria

TRENTO. «Ho letto oggi sul giornale, ne so quanto lei. Non sapevo nulla». Nonno Rodolfo Ferro risponde al telefono con la gentilezza e la cortesia che lo ha contraddistinto dall’inizio del dramma che,...



TRENTO. «Ho letto oggi sul giornale, ne so quanto lei. Non sapevo nulla». Nonno Rodolfo Ferro risponde al telefono con la gentilezza e la cortesia che lo ha contraddistinto dall’inizio del dramma che, oltre due mesi fa, gli ha portato via la sua nipotina.

Non dà giudizi, non si lancia in commenti, men che meno in accuse. «Questa notizia purtroppo apre ulteriormente le ferite, questa è l’unica cosa che mi sento di dire», aggiunge il nonno, padre di Francesca, la mamma di Sofia. «Altro non mi sento di dire, perché non sappiamo di più».

Aspetterà, la famiglia Zago, che dalle indagini arrivino risultati ufficiali e - se possibile - conclusioni che spieghino cos’è successo alla loro bambina di soli quattro anni, morta di malaria a fine estate senza essere mai stata in un Paese malarico.

Nella casa di via Doss Trento è sempre stato nonno Rodolfo a farsi carico di parlare con i cronisti che chiedevano informazioni e commenti. E pur nel dolore straziante della sua perdita, di fronte a chi dava la colpa del contagio ai migranti, il nonno aveva ammonito: «Speculazioni vergognose. Sofia aveva anche giocato con le bambine del Burkina Faso, ma non c'è stato alcun modo per un contagio diretto. Non si sono ferite e non c'è stato scambio di sangue. Vedremo cosa può essere accaduto».













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