La Biennale di Panizza perde i pezzi
Dopo il «no» di Alda Failoni rinuncia anche l'artista Elisabetta Alberti
TRENTO. "Sgarbi quotidiani" si chiamava la fortunata trasmissione - in onda su Canale 5 dal 1992 al 1999 - condotta dal critico d'arte Vittorio Sgarbi e contraddistinta da suoi proverbiali attacchi d'ira. Ora, però, è Sgarbi la vittima degli "sgarbi quotidiani" che arrivano dal Trentino. Nel mirino degli artisti locali è la Biennale del Trentino Alto Adige che dovrebbe svolgersi (visto il caos, il condizionale è d'obbligo) a palazzo Trentini fino all'8 dicembre. Dopo il secco rifiuto dell'artista Alda Failoni, che ha scatenato la reazione piccata di Sgarbi pronto a «togliere il disturbo», arriva anche il «no» di Elisabetta Alberti. La Biennale "locale" voluta dall'assessore Franco Panizza e affidata al critico Vittorio Sgarbi perde dunque i pezzi.
Elisabetta Alberti, dopo aver ricevuto la lettera d'invito nella giornata di venerdì scorso, già domenica aveva declinato inviando una mail all'assessorato provinciale alla cultura. Poche parole, ma chiarissime. «Grazie, ma non sono interessata». Ora spiega i motivi del rifiuto. «Una mostra come quella non rientra nei miei programmi. Un conto è la Biennale di Venezia, un altro è un'esposizione che potrebbe tenersi in una qualsiasi città d'Italia. Sono due cose completamente diverse. Una è una Biennale seria, l'altra è una mostra di artisti locali. Così com'è - continua - la Biennale trentina non ha alcun senso. Gli artisti devono e vogliono rapportarsi con il mondo, aprirsi all'esterno. L'arte è comunicazione, non piscoterapia quindi non capisco l'utilità di una vetrina locale». Elisabetta Alberti fa anche un appunto sul metodo. «Per organizzare una mostra seria ci vuole tempo. In questo caso mi è arrivata una lettera la settimana scorsa nella quale mi dicevano di portare un quadro. Punto. Non mi sembra ci sia un grande ragionamento alle spalle...».
Poi, come ha fatto anche Alda Failoni, anche Alberti critica il Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi, che dovrebbe curare anche la Biennale di palazzo Trentini. «Ho visitato la Biennale di Venezia e condivido le affermazioni di Alda Failoni. Ho visto un padiglione caotico, praticamente un magazzino. Il caos era preponderante rispetto alle opere e questo non è in linea con il mio modo di vedere le cose. Io ho bisogno di razionalità nell'esposizione. Ho la necessità di vedere un ordine, seguire un filo logico. A Venezia non c'era nulla di tutto ciò. Anche per questi motivi - conclude l'artista trentina - ho rintenuto opportuno declinare l'invito alla Biennale». Una mostra che perde i pezzi, tra uno sgarbo e l'altro.
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