La beffa del «pub»: a Capodanno musica spenta a mezzanotte

Il «Caffè Letterario» Bookique aveva chiesto una deroga di orario ma il Comune ha detto no. Il gestore: allora chiudo


di Jacopo Tomasi


TRENTO. Un brindisi di Capodanno in silenzio, senza musica. Non è il programma di una serata “originale” e fuori dagli schemi, ma l’obbligo imposto dal Comune al Caffè Letterario - Bookique di via Torre d’Augusto. Il gestore del locale, Marco Rosi, aveva infatti pensato di organizzare per l’ultimo dell’anno un mini-party, con concerto all'interno e deejay set, ed aveva quindi inviato agli uffici di Palazzo Thun la richiesta per una deroga all’orario d’apertura. «Solitamente chiudo all’una e devo spegnere la musica a mezzanotte», spiega. «Per Capodanno avevo chiesto di poter lasciare la musica fino alle 4 di mattina, per poi fare un brunch di inizio anno. Mi sembrava una richiesta tutto sommato comprensibile, vista la serata. Invece…». Invece dal Comune è arrivata una risposta netta, negando di fatto la deroga alla Bookique e obbligando il gestore a spegnere la musica a mezzanotte. Come tutte le altre sere dell’anno. Come se il 31 dicembre fosse una serata qualsiasi. Per il gestore è stata una doccia gelata, che l’ha spinto ad annullare l’evento. «A questo punto terrò chiuso quella sera. Alzi la mano - dice - chi andrebbe a passare il Capodanno in un locale nel quale, dopo il conto alla rovescia ed il brindisi di mezzanotte, si spegne la musica, quando, solitamente, a quell’ora iniziano i festeggiamenti per il nuovo anno... Ma vorrei anche sapere - aggiunge - fino a che ora possono fare musica altri locali della città!». Lo sfogo è stato postato anche su Facebook, dove moltissimi “amici” del Caffè Letterario hanno commentato la notizia sbalorditi. «Francamente non me l’aspettavo nemmeno io», prosegue Rosi. «Speravo mi facessero lasciare un po’ di musica almeno fino alle 2, vista la serata e anche alla luce del fatto che non ho mai avuto alcun problema da quando gestisco questo locale (aperto nel giugno 2011 e di proprietà del Comune, ndr)». La giustificazione con la quale l’amministrazione ha negato la deroga fa riferimento alla mancanza della “relazione tecnica dell’impatto acustico” del locale, ma sarebbe stata presa anche al fine di “evitare assembramenti degli avventori all’esterno”. Motivazioni che hanno destato perplessità. «Sono sempre stato attento a questi aspetti. Non vendo superalcolici per scelta. Non faccio happy hour. Oltre una certa ora non servo alcun tipo di bevanda alcolica. Ho sempre organizzato eventi culturali di un certo tipo, con letture di poesie, incontri di filosofia, concerti, presentazioni di libri, e l’unica volta che chiedo una deroga mi rispondono in questo modo, in burocratese, senza capire il contesto, si sfoga il gestore. «Purtroppo - riflette - è davvero un peccato che a Trento, quando si organizza una serata o un evento sociale, si debba inserire tutto nel calderone dell’ordine pubblico, vedendo la musica come un fastidio e le persone che vogliono passare una serata insieme come un problema. Senza una visione culturale e politica della città non si va da nessuna parte, ma a Trento è impossibile aprire un dibattito sulla questione. Il silenzio - conclude - è scelto sempre come la via più comoda, ma se è imposto fa davvero male».

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